La frutta e le verdure contengono molti nutrienti e minerali che hanno un ruolo importante nell'aiutarci a mantenere una buona salute. Prendi i flavonoidi, ad esempio: sono un gruppo di composti presenti in natura che si trovano in molti alimenti, come agrumi, bacche, vino rosso e persino cioccolato fondente.
I flavonoidi agiscono come antiossidanti, aiutando a prevenire o rallentare i danni alle cellule che possono portare a malattie come il cancro. Riducono anche l'infiammazione nel corpo, che è comune in molte malattie croniche, comprese quelle neurodegenerative, come l'Alzheimer o il Parkinson.
La ricerca mostra che i flavonoidi fanno bene alla salute del cervello, e degli studi hanno concluso che le diete ad alto contenuto di frutta e verdure possono rallentare il calo cognitivo e abbassare il rischio di demenza. E ora, uno studio recente ha suggerito che le persone con Parkinson che assumono molti flavonoidi possono vivere più a lungo di coloro che non lo fanno.
Per condurre il loro studio, un team di ricercatori ha analizzato i dati di 121.700 infermiere diplomate e 51.529 professionisti sanitari maschi. Hanno scelto di esaminare questi due gruppi perché molti aspetti dei loro stili di vita, che potrebbero influenzare il rischio di malattia, dovrebbero essere simili, come i livelli di attività, l'istruzione e gli anni di lavoro. Le informazioni sulla loro alimentazione sono state raccolte ogni 2/4 anni, a partire dal 1975 per le donne e dal 1986 per gli uomini. I dati di questi gruppi sono stati usati in molti altri studi di nutrizione di alta qualità.
Al tempo in cui è stato condotto questo nuovo studio, 599 donne e 652 uomini avevano la diagnosi di Parkinson. Dai cibi che questi individui hanno riferito di consumare, era possibile calcolare la loro assunzione di flavonoidi.
Si è scoperto che gli uomini con Parkinson che avevano la quantità maggiore di flavonoidi nella loro alimentazione avevano un rischio inferiore del 47% di morire per qualsiasi causa, rispetto agli uomini che consumavano meno flavonoidi nella dieta. Ma per le donne, la quantità di flavonoidi che consumavano nella loro dieta non aveva alcun effetto sul rischio di morte per qualsiasi causa.
Quindi la conclusione provvisoria di questo studio è che i flavonoidi possono ridurre il rischio di morire [prematuramente] degli uomini con Parkinson, però non delle donne. Al momento non è noto perché gli uomini hanno maggiori benefici.
Come con qualsiasi studio di nutrizione osservazionale di questo tipo, dove i ricercatori prendono atto semplicemente degli esiti senza intervenire nel gruppo (come chiedere a metà del gruppo di seguire una dieta specifica), non è possibile dimostrare un collegamento causale. Nel caso del presente studio, un collegamento causale significherebbe che mangiare più flavonoidi riduce direttamente il rischio di morire [prematuramente] degli uomini con Parkinson.
Una delle ragioni principali del non essere in grado di dimostrare la causalità è che a estendere la durata della vita possono aver contribuito altri fattori dietetici e di stile di vita. Gli autori hanno compensato questo in una certa misura effettuando aggiustamenti statistici per altri nutrienti potenzialmente benefici, come il beta-carotene e le vitamine antiossidanti C ed E, e per eventuali fattori dannosi di stile di vita come fumo, sovrappeso ed esercizio insufficiente.
Ma questo ancora non tiene conto di molti altri fattori di alimentazione, di stile di vita e genetici che potrebbero contribuire al rischio di una persona. Un esempio è l'esposizione a erbicidi e pesticidi.
Un fattore che influenzava i risultati dello studio era il tipo di flavonoidi esaminato. Ci sono molti tipi diversi di flavonoidi, e due gruppi, antociani e flavanoli, hanno dimostrato in questo studio di essere legati di più alla vita prolungata. Gli antociani danno alle bacche e al vino rosso i loro colori rossi e viola, e i flavanoli si trovano ad alti livelli nel tè verde.
Ma non è noto come questi flavonoidi danno benefici al cervello. Come con altri disturbi degenerativi cerebrali, la progressione del Parkinson è probabile che coinvolga lo stress ossidativo (quando sono prodotte troppe molecole altamente reattive, chiamate radicali liberi, perché le difese antiossidanti possano gestirle) e l'infiammazione del cervello. Molti flavonoidi, compresi antociani e flavanoli, hanno dimostrato in studi sperimentali di avere proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Possono essere coinvolti anche altri meccanismi. I flavonoidi possono avere un effetto positivo sul microbioma intestinale, che può ridurre l'infiammazione che contribuisce al Parkinson. Inoltre, con la progressione del Parkinson, vengono interessati molti percorsi neurologici, come quello della dopamina. La dopamina ha un ruolo vitale nel regolamentare il movimento del corpo. Ma il possibile ruolo dei flavonoidi nel migliorare il funzionamento di questi percorsi non è noto.
Sebbene questo studio abbia esaminato il rischio di morte nelle persone che avevano già il Parkinson, altri studi hanno dimostrato che le diete con molti flavonoidi abbassano anche il rischio di sviluppare la malattia. È stato dimostrato che il beneficio è maggiore negli uomini, ma ancora non è chiaro perché.
Anche se ci sono molti fattori che potrebbero aver influenzato i risultati di questo ultimo studio, c'è ancora un buon corpo di evidenze che suggeriscono che le diete ricche di flavonoidi possono aiutare a proteggere da molti disturbi degenerativi del cervello, compreso il Parkinson. E fortunatamente per noi, i flavonoidi si trovano in molti frutti e verdure che possiamo facilmente comprare al supermercato.
Fonte: Richard Hoffman, docente di biochimica nutrizionale, Università di Hertfordshire
Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Xinyuan Zhang, Samantha Molsberry, Tian-Shin Yeh, Aedin Cassidy, Michael Schwarzschild, Alberto Ascherio, Xiang Gao. Intake of Flavonoids and Flavonoid-Rich Foods, and Mortality Risk Among Individuals With Parkinson Disease: A Prospective Cohort Study. Neurology, 26 Jan 2022, DOI
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