Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nonna 'è ancora lì': il tempo delle feste dedicato ai propri cari con demenza può avere effetti inaspettati

grandma with cup Image by shurkin son on Freepik

Da alcuni anni, quando arriva il momento di visite delle festività più stimolanti con amici e familiari, alcuni pensano di fare festa con coloro che hanno opinioni politiche opposte. Eppure tutte le famiglie ad un certo punto affrontano un tipo ancora più difficile di visite delle feste: quello che prevede di portare allegria a un familiare anziano con demenza, uno che può sembrare 'non più lì' nonostante la sua presenza fisica.


Che si tratti di trovarsi per celebrare Hannukah, Natale, Capodanno o altre feste, molte famiglie americane [e non solo] celebreranno con dei cari che hanno la demenza. Lo studio Aging, Demographics and Memory dei NIH stima che circa il 14% degli americani over-71 soffra di una qualche forma di morbo di Alzheimer (MA) o di una demenza correlata, che si traduce in oltre 5 milioni di persone.


Come fai a 'festeggiare' con lo zio Joe che ha il MA? Come condividi un pasto delle feste come caregiver con la nonna che ha un'altra forma di demenza? O come parlare dei ricordi delle feste con un coniuge che non riesce più a evocare quei ricordi?


Non esiste una soluzione chiara per celebrare la stagione con i propri cari che hanno la demenza. Ma come bioeticista esperto di altruismo, felicità e pioniere di questioni etiche legate alla demenza, ho un messaggio che potrebbe cambiare la tua attenzione durante la visita o la cura di questi cari alle feste:

“Ci sono momenti potenti di lucidità in quelli profondamente smemorati. Aggrappati ad essi. Vale la pena e darà un significato rinnovato alla tua relazione con la persona cara".


Questo messaggio deriva da anni di ricerche documentate che illustrano la lucidità emergente che si verifica in quelli con demenza, o profondamente smemorati, specialmente in tempi di caregiving delicato o di conversazione continua e stimolazione da parte dei visitatori.


Ad esempio, in uno studio pubblicato quest'anno sul Journal of Alzheimer’s Disease con colleghi della Stony Brook University di New York, ho collaborato con la Gallup Poll Organization per esaminare quasi 6.000 intervistati, tutti caregiver di persone profondamente smemorate. Quasi 2.000 di loro hanno risposto alle domande dopo aver confermato che la persona cara ha avuto momenti lucidi inaspettati.


La risposta emotiva dei caregiver a questi momenti di lucidità è stata straordinariamente positiva e oltre la metà ha detto che li ha lasciati grati, connessi e solidali. Inoltre, non diamo per scontato che le persone che diventano 'profondamente smemorate' non siano più 'lì'. Abbiamo scoperto che per quasi il 90% dei caregiver tali esperienze hanno un significato positivo: in qualche modo nella rottura della comunicazione e della consapevolezza, 'la nonna è ancora lì' e degna di inclusione nelle festività natalizie.


Siediti con una zia anziana con MA la mattina di Natale o metti un po' di musica per il nonno il giorno di Capodanno e potresti ricevere il regalo inaspettato della loro lucidità. Tali momenti rivoluzionari sono stati convalidati dai caregiver ed ecco cosa cercare o come favorire questi momenti speciali:

"In particolare, nel corso dell'esperienza di malattia del MA e delle demenze correlate, tali individui possono, e lo fanno, tornare sorprendentemente in se stessi, come spesso manifestato in alcune forme di lucidità verbale o non verbale. Questi inspiegabili momenti di lucidità possono essere stimolati da musica profondamente significativa, dal semplice cantare a una persona cara che è diventata profondamente smemorata, al leggere una poesia familiare o al collegarla a un oggetto familiare del passato. Ma questi momenti possono anche essere completamente spontanei e non stimolati".


La notizia incoraggiante è che un recente studio sulla prevalenza nazionale stima anche che fino al 44% dei pazienti con demenza prova lucidità inaspettata, questo è un momento d'oro di festa in attesa di coloro che visitano i profondamente smemorati e portare loro allegria.

 

 

 


Fonte: Stephen Post PhD, direttore e fondatore del Center for Medical Humanities, Compassionate Care and Bioethics della Stony Brook University

Pubblicato su NewsWise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SG Post et al. Lucidity in deeply forgetful people: A national U.S. survey of caregivers' reactions. J Alz Dis, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)