Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come identificare la demenza nel luogo di lavoro

Il declino cognitivo è un problema che sta acquisendo importanza nel mondo del lavoro, poichè sempre più baby boomer ritardano il pensionamento a causa delle condizioni economiche più dure. E fanno bene.


In Australia, nei prossimi 40 anni, il numero di adulti da 64 a 84 anni dovrebbe più che raddoppiare, mentre il numero di giovani si ridurrà drasticamente. Inoltre, il numero di adulti con demenza aumenterà fino agli stimati 943.000 entro il 2050, e circa il 5 per cento della popolazione australiana avrà la demenza al raggiungimento dei 65 anni.


Queste proiezioni sono un campanello d'allarme per i datori di lavoro, perchè siano consapevoli che, anche se hanno promosso a un livello superiore di responsabilità un dipendente, la sua capacità cognitiva può diminuire nel tempo.


Tra le molte cause della demenza, o deterioramento cognitivo irreversibile, ci sono le lesioni cerebrali traumatiche, l'alcool, l'AIDS e le droghe. Ma la forma più comune è l'Alzheimer, che ha una fase iniziale in cui sono presenti difficoltà cognitive, anche se non gravi. Alcune persone hanno difficoltà cognitive iniziate almeno 15 anni prima della diagnosi.


I professionisti delle risorse umane (HR) devono essere consapevoli che con questa bomba a orologeria sanitaria, nascosta e sempre più comune, i problemi cognitivi possono creare difficoltà alla loro forza lavoro ad una età precedente a quella prevista. I dipendenti possono rimanere nel loro ruolo con dei deficit cognitivi che interferiscono con la capacità di lavorare e con la produttività, e questo può avere anche importanti implicazioni per la sicurezza sanitaria del lavoro.


I cambiamenti cognitivi iniziali e la demenza sono le principali fonti di disabilità, e non esiste una cura. Il costo economico globale della cura alla demenza è attualmente stimato in 315 miliardi dollari, ed è in rapido aumento.

 

Demenza: le implicazioni per le risorse umane 

La realtà è che alcuni lavoratori avranno la demenza e altri avranno bisogno di congedi per prendersi cura di loro. La demenza è indiscriminata, impatta sugli individui di tutti i livelli socio-economici e occupazionali, ma compromette sempre la produttività e presenta problemi significativi di salute e di sicurezza sul lavoro.


Un dipendente che inizia a dimenticare i protocolli di sicurezza mette a rischio la propria sicurezza e quella degli altri. Un impiegato operativo finanziario può essere incapace di prendere decisioni valide, rischiando la sicurezza finanziaria della società. Un avvocato può dare scarsa consulenza legale risultante in una causa, o una persona dell'amministrazione può non essere in grado di completare con efficacia un lavoro.


La ricerca indica che il tipo di lavoro e le condizioni del posto di lavoro sono fattori significativi nel modo in cui si materializza il declino cognitivo (soprattutto quando si tratta dell'impatto negativo sulla partecipazione all'occupazione). Con questo in mente, le pratiche del posto di lavoro devono adattarsi per facilitare l'allungamento della vita lavorativa e la salute di quelli più anziani, così come mantenere la salute e la sicurezza del lavoro.

 

Linee guida di riferimento

Identificare precocemente il declino cognitivo è di fondamentale importanza per la salute e la sicurezza del lavoro, e la valutazione clinica è di vitale importanza per l'intervento precoce. Riflettendo su questo, il governo federale australiano ha affermato nel Giugno 2013 che l'intervento precoce è necessario "per migliorare l'invecchiamento produttivo". L'intervento precoce può anche promuovere la capacità di lavoro, visto che la ricerca suggerisce che l'impegno e uno stile di vita sano possono rallentare la progressione della malattia.


La diagnosi di un disturbo neurocognitivo può essere fatta solo da professionisti riconosciuti (medici, psichiatri, neurologi, geriatri e neuropsicologi clinici). Tuttavia, i datori di lavoro e i professionisti HR hanno un ruolo significativo per identificare gli individui con difficoltà cognitive sul posto di lavoro.


La caratteristica principale è il deterioramento, quando un dipendente perde la capacità di svolgere compiti con lo stesso grado di precisione, efficienza e tempestività di prima. Ricordare che il declino cognitivo può insorgere  prima dei 65 anni; anche i lavoratori più giovani possono  essere a rischio.

 

Segnali di tenere d'occhio:

  • Dimenticare e avere difficoltà a ricordare attività, istruzioni ed appuntamenti.
  • Apprendimento limitato e difficoltà ad imparare nuovi materiali e esigenze del ruolo.
  • Avere difficoltà a capire, o essere inconsapevoli, di sbagliare.
  • Disorientamento; diventare «persi», o perdere traccia di dove si è, o di che cosa si sta facendo.
  • Scarsa attenzione e vuoti di concentrazione.
  • Evitare responsabilità, delegare il lavoro, reclutare aiuto, chiedere più tempo o altro input per completare il lavoro.
  • Ansia, sentirsi sopraffatti, o stressati dalle richieste del compito e del ruolo.
  • Difficoltà a scegliere le parole e scarsa fluidità verbale.

 

Mezzi di risposta

Se si individua il potenziale declino cognitivo in un dipendente:

  • Discutere con sensibilità il deterioramento della capacità di lavoro con il dipendente, e incoraggiarlo a vedere un medico.
  • Organizzare una valutazione neuropsicologica, che può essere eseguita solo da uno psicologo competente.
  • Una volta diagnosticata, di concerto con il dipendente, rivedere i compiti che hanno problemi potenziali di salute e di sicurezza sul lavoro.

 

 

 

 

 


Fonte:  Nicola Gates in HRM-Human Resources Media  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.