L'Alzheimer è una malattia frustrante e complessa, di origini miste, che si esprime in modi diversi. Almeno il 70 per cento delle sue varianti rimangono inspiegabili. In un'epoca in cui ancora tanto dell'Alzheimer è ancora sconosciuto, è necessaria una profondità e una gamma di punti finanziati. Devono essere esplorati numerosi percorsi di ricerca.
Gli scienziati riconoscono che è improbabile che un singolo farmaco magico possa impedire, rinviare o curare l'Alzheimer. Al contrario può essere necessario un approccio combinato o un 'cocktail' di diversi farmaci per modificare o rallentare la progressione di questa malattia complicata. Ciò rende ancor più importante per gli scienziati esplorare vari percorsi e fasi della malattia per trovare obiettivi fattibili di farmaci.
L'Alzheimer’s Disease Research (ADR), un programma della Fondazione BrightFocus, sta attualmente finanziando quasi 100 progetti di ricerca in tutto il mondo, investendo complessivamente più di 22 milioni di dollari. Ecco una panoramica di alcuni degli argomenti di Alzheimer che oggi impegnano i ricercatori in quel programma.
Fermare l'Alzheimer capendo come parte
A tutt'oggi la nostra comprensione di ciò che provoca l'Alzheimer è incompleta, ma impariamo di più ogni giorno. Sappiamo che un punto di svolta importante nella malattia è quando le proteine nel cervello - comprese tau e amiloide-beta (AB) - passano da 'normali' a 'malate' e causano la morte del neurone. Queste proteine subiscono cambiamenti molecolari e assumono forme alterate, inducendone l'aggregazione in placche, grovigli e depositi vascolari che sono tossici per i tessuti circostanti.
Questa immagine è complicata dal fatto che alcuni neuroni sviluppano grovigli di tau, mentre altri accanto a loro rimangono sani, per ragioni che non capiamo. Alcuni ricercatori stanno perseguendo un esauriente confronto tra cellule per vedere cosa rende alcuni neuroni più vulnerabili o resistenti di altri.
Regolare i fattori immuni e i meccanismi di pulizia
Una teoria unificante sull'Alzheimer è che può essere innescato, in parte, da un guasto del sistema immunitario del cervello. Normalmente il nostro cervello ha i modi per eliminare le cellule danneggiate e le altre particelle indesiderate e per inviarle nel liquido cerebrospinale e nel flusso sanguigno, proprio come si 'butta l'immondizia'. Ma un aumento cronico di detriti indesiderati, compresa l'AB tossica e le proteine tau, può corto-circuitare il sistema immunitario.
Quando le cellule del sistema nervoso centrale, chiamate microglia, funzionano male, portano all'infiammazione dei tessuti. I ricercatori stanno esaminando ciò che induce la risposta immunitaria a diventare squilibrata e se ci sono modi per aiutare il sistema immunitario del cervello a fare un lavoro migliore per combattere l'Alzheimer.
Esaminare i vasi capillari e l'infiammazione
La maggior parte dell'Alzheimer è 'misto', il che significa che oltre alle placche di amiloide e ai grovigli, ci sono cambiamenti nei vasi capillari del cervello che interferiscono con la circolazione normale.
L'amiloide può depositarsi nei casi capillari, e l'infiammazione collegata all'Alzheimer può indurre le cellule immunitarie a diventare 'appiccicose' e ad aderire alle pareti dei vasi sanguigni capillari, bloccando il flusso sanguigno e privando i neuroni di ossigeno e vitamine vitali. Anche una piccola percentuale di vasi bloccati nel cervello può portare ad una riduzione del flusso sanguigno del 30%, contribuendo alla demenza. Un team finanziato da BrightFocus ha sviluppato un gioco innovativo chiamato Stall Catchers, che consente ai membri del pubblico di aiutare i ricercatori ad abbreviare il tempo necessario per documentare i blocchi.
Altri scienziati stanno esaminando il ruolo nell'Alzheimer della barriera emato-encefalica (BBB), uno strato protettivo che regola selettivamente ciò che passa avanti e indietro tra il flusso sanguigno periferico e il cervello. Il sigillo stretto della BBB può perforarsi e compromettersi, indebolendo il metabolismo del cervello e contribuendo alla perdita di cognizione e alla demenza. Alcuni ricercatori stanno esaminando come perforare temporaneamente la BBB inalterata per inviare farmaci nelle prime fasi della malattia.
Esempi di ricerca attualmente finanziata sono qui e qui.
Conservare la rete cerebrale nell'Alzheimer
Gli assoni neuronali formano le connessioni chiamate sinapsi con altre cellule nervose, creando una incredibile rete di comunicazioni attraverso la quale il nostro corpo parla al nostro cervello e viceversa. Su questa rete, viaggiano semplici sensazioni, nonché immagini visive e informazioni che costituiscono memorie a breve e a lungo termine.
Nonostante la perdita di singoli neuroni nell'Alzheimer, è solo quando ci sono malfunzionamenti nell'intera rete di comunicazione del cervello che sperimentiamo i sintomi più tipici di Alzheimer - cose come dimenticare parole comuni o perdersi in luoghi familiari. Anche allora, il cervello è incredibilmente adattabile e 'plastico', il che significa che si rimodella attivamente per soddisfare nuove esigenze. Se una parte della rete diventa troppo danneggiata per connettersi con altri neuroni per la via più diretta, creerà nuovi collegamenti chiamati 'percorsi neurali indiretti'.
I beneficiari di BrightFocus stanno progettando nuovi modi per studiare come funzionano queste reti e conservare la loro funzione il più a lungo possibile, anche dopo l'insorgenza dell'Alzheimer.
Capire i fattori di stile di vita e l'Alzheimer
I fattori che contribuiscono alle forme ad insorgenza precoce di Alzheimer cominciano a svilupparsi durante la mezza età, quando condizioni come il diabete, la malattia cardiovascolare, lo stile di vita sedentario e la diminuzione dell'attività mentale possono cominciare a reclamare un pedaggio. Malattie cardiache, disturbi lipidici e disordine del sonno sono studiate come fattori che contribuiscono a questa malattia.
Al contrario, i fattori che possono avere probabili benefici sull'insorgenza o la gravità della malattia sono l'esercizio fisico e la dieta, concentrandosi sulla riduzione dei lipidi e del colesterolo; e la salute cardiovascolare. (Il vecchio adagio è vero: ciò che fa bene al cuore, fa bene al cervello). Anche i batteri intestinali (microbioma) possono avere benefici positivi.
Modi pionieristici per esaminare il cervello
Gli scienziati sospettano che i cambiamenti di Alzheimer avvengano lentamente, qualche decennio prima che si manifestino i sintomi. I ricercatori stanno cercando di fare progressi nelle scansioni che consentano di individuare prima, e comprendere meglio, i cambiamenti nel tempo.
Risolvere il problema di Alzheimer richiede di capire quanto più possibile come i tessuti e le circuiterie del cervello sono devastati dalla malattia. Grazie alle tecniche avanzate di scansione sviluppate o testate dai nostri beneficiari, il cervello di Alzheimer non deve più essere visto 'in teoria', né attraverso l'esame postmortem, ma può essere osservato in tempo reale attraverso le scansioni dal vivo.
I nostri beneficiari stanno adattando queste tecniche e creando nuovi strumenti per supportare diagnosi più precoci, prima che appaiano i sintomi, e aiutare i medici a seguire, e rilevare meglio, i cambiamenti di AB e tau, dei circuiti cerebrali (cioè la perdita di sinapsi), la depressione e altri segni di progressione dell'Alzheimer. Stanno costruendo nuovi strumenti per monitorare i farmaci e le terapie combinate che sono all'orizzonte. In ultima analisi, la nostra speranza è che le tecniche di scansione studiate oggi ci aiuteranno a monitorare domani la salute del cervello e a monitorare il progresso delle cure.
Scoperte di farmaci e nuovi approcci di trattamento
Alla ricerca di obiettivi fattibili di farmaci, stiamo finanziando nuovi progetti, come esaminare i modi per controllare i fattori di rischio genetici per l'Alzheimer a tarda insorgenza; per intervenire sui danni indotti dall'AB al trasporto dei nutrienti dentro e fuori dalle cellule; e per manipolare un enzima che regola la produzione di AB. Sul lato protettivo, i nostri ricercatori sperano di sfruttare le protezioni integrate del corpo che potrebbero aiutare a recuperare la memoria e stimolare la capacità del cervello di rimuovere le proteine tossiche.
Come già accennato, gli esperti si aspettano che un giorno ci sarà un 'cocktail' di farmaci, una terapia combinata, che modificherà e rallenterà il percorso della malattia. Gli scienziati stanno usando metodi ad alta tecnologia per trovare molecole in grado di fermare o rallentare i cambiamenti dell'Alzheimer e queste scoperte saranno usate per sviluppare nuovi farmaci. Inoltre, continua la ricerca sulle opportunità di usare farmaci già approvati, con nuovi modi per fermare l'Alzheimer (riproposizione dei farmaci).
Tre esempi sono qui, qui e qui.
Conclusione
L'Alzheimer è da tempo una delle sfide più sconcertanti per gli scienziati e per le famiglie colpite dalla malattia. Tuttavia, c'è della ricerca promettente in corso con una vasta gamma di approcci scientifici, e una grande speranza per un futuro in cui saremo in grado di rallentare, trattare e infine curare questa malattia.
Fonte: Diane Bovenkamp PhD su R & D Magazine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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