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Siamo del tutto impreparati a una eventuale cura per l'Alzheimer

Secondo un nuovo studio, anche se ci fosse un trattamento nel prossimo futuro, il sistema sanitario americano [ndt: e quello italiano??] non è preparato a far fronte alla crisi dell'Alzheimer.


Lo studio ha scoperto che, se ci fosse un trattamento per l'Alzheimer nel 2020, le persone dovrebbero aspettare un anno e mezzo per riceverlo, a causa della carenza di specialisti e di attrezzature per diagnosticare e curare la malattia.


I ricercatori hanno citato le stime secondo le quali nei prossimi due decenni 2,1 milioni di persone potrebbero sviluppare la demenza, mentre aspettano un trattamento.


Lo studio dei ricercatori della Rand Corp. identifica una sfida ulteriore di sanità pubblica: il sistema sanitario è pronto a identificare e trattare milioni di persone, molte delle quali non mostrano ancora evidenti segni di perdita di memoria?


Non esiste un trattamento approvato per alterare il corso implacabile dell'Alzheimer, e molti farmaci sperimentali non sono riusciti a rallentare o fermare i suoi progressi. Ma lo studio ha trovato che questa non è l'unica difficoltà nel combattere la malattia.


Si stima che 15 milioni di americani soffrano di 'lieve deterioramento cognitivo' che potrebbe essere un segno precoce dell'Alzheimer. Una volta disponibile un trattamento in grado di prevenire o rallentare la malattia, il pubblico dovrà essere sottoposto a screening.


"Tutto ad un tratto, i numeri esplodono", ha detto Soeren Mattke, scienziato senior della Rand che ha fatto lo studio. "Ci sono moltissimi pazienti, molti dei quali non hanno i segni iniziali di perdita di memoria. Dobbiamo esaminarli tutti, per trovare quelli che hanno la patologia dell'Alzheimer, e questo significa movimentare moltissimi pazienti nel sistema sanitario".


I ricercatori hanno riscontrato delle carenze: non ci sono abbastanza specialisti in grado di esaminare e diagnosticare le prime fasi della malattia, mancano gli scanner necessari per confermare la diagnosi e sono insufficienti i centri di infusione in cui i pazienti riceverebbero un farmaco per via endovenosa.


Lo studio ha rilevato che il tempo di attesa si ridurrebbe nel tempo, a poco più di un mese entro il 2030. Ma quei colli di bottiglia nell'accesso sono importanti quando una malattia è progressiva e lo studio mette in evidenza che la sfida scientifica di sviluppare un farmaco sicuro ed efficace è solo il primo passo.


L'accesso a un farmaco futuro di Alzheimer dipenderà dalle assicurazioni che lo pagano e dai pazienti che possono permetterselo. Il rapporto Rand non valuta l'impatto finanziario del trattamento di Alzheimer su assicuratori, pazienti o Medicare, ma dimostra che anche rendere disponibile rapidamente il farmaco ai pazienti giusti metterà sotto stress l'infrastruttura sanitaria stante la forza lavoro odierna e la tendenza nelle infrastrutture.


Per anni, le aziende hanno corso per sviluppare trattamenti, solo per entrare nella biologia testarda e complessa della malattia. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha annunciato questa settimana un investimento di $ 50 milioni nel Dementia Discovery Fund, un fondo privato che lavora per identificare nuovi obiettivi terapeutici.


Ripetuti fallimenti di farmaci di alto profilo per l'Alzheimer hanno reso sempre più chiara una cosa: una volta che le persone sono in preda alla demenza, è troppo tardi. È probabile che sia necessario dare un trattamento efficace quando la malattia sta nascendo, prima che abbia eroso in modo significativo i ricordi e la personalità degli individui.


Ma ciò renderà più impegnativa l'implementazione di un farmaco, dal momento che non potrà essere dato semplicemente alle persone con la malattia chiaramente conclamata.


La maggiore preoccupazione evidenziata da Mattke è la mancanza di specialisti qualificati per lo screening, la diagnosi e il trattamento dei pazienti. I dati presentati alla Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association quest'estate hanno rivelato che 20 stati degli USA mancavano di neurologi sufficienti per curare i pazienti con demenza. [...]


Altri ostacoli (come scanner insufficienti per diagnosticare la malattia e pochi centri di infusione per somministrare un farmaco per via endovenosa alle persone) possono essere più facili da rimuovere rapidamente, perché questi problemi richiedono investimenti, ma non anni di formazione.


"Quando avremo quella terapia - che sia il 2020 o il 2022 o il 2025 - quali sono gli altri pezzi del puzzle da mettere al loro posto per aiutare il maggior numero possibile di persone, prima possibile?" ha detto Heather Snyder, direttrice delle operazioni mediche e scientifiche all'Alzheimer's Association.

 

 

 


Fonte: Carolyn Y. Johnson in The Washington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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