Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Effetto della musicoterapia su ansia e depressione nei pazienti di Alzheimer

Diversi studi hanno evidenziato l'importanza della musicoterapia nel trattamento dell'Alzheimer. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l'effetto di un nuovo tipo di musicoterapia, sui livelli di depressione e ansia nei pazienti con Alzheimer meno grave.

Lo studio è stato condotto su un gruppo di 30 pazienti, metà dei quali hanno avuto sedute settimanali di musicoterapia per 24 settimane. Alla fine dello studio, il miglioramento significativo è stato visto nella livelli di ansia e depressione di chi ha avuto le sessioni di musica.

Introduzione

L'incidenza dell'Alzheimer è al momento 24,3 milioni, con almeno 4,6 milioni di nuovi casi segnalati ogni anno. Ogni venti anni, il numero di casi raddoppia. Il tipo più comune di questa malattia è l'Alzheimer (AD). Purtroppo, solo la metà dei pazienti vengono diagnosticati e solo un terzo di questi ricevono un trattamento.

Depressione e ansia sono i primi effetti di questa malattia. L'importanza e gli effetti potenziali della musica, nel trattamento dei casi lievi di Alzheimer, sono noti da tempo. La musicoterapia può essere sia "basata sull'ascolto", chiamata terapia ricettiva, o "basata sull'esecuzione", chiamata terapia attiva. Questa modalità di terapia, simile a ipnosi o rilassamento, è utilizzata nel trattamento di ansia, depressione e altri disturbi.

Una musica personalizzata in base alle esperienze personali può stimolare la memoria del paziente evocando risposte emotive, e aiutare nel trattamento della malattia in larga misura. Questo studio valuta l'utilizzo a lungo e breve termine della musicoterapia personalizzata e il suo effetto rilassante sui pazienti con Alzheimer.

Metodologia

Sono stati studiati 30 partecipanti di età compresa tra 70 e 90 anni, con Alzheimer lieve o moderato. I partecipanti sono stati raggruppati in due gruppi diversi, uno che ha ricevuto la musicoterapia e l'altro no. Tutti i pazienti nel gruppo musicoterapia hanno scelto il loro genere di musica, che è stato poi suonato nelle loro camere all'ospedale. Sono stati variati i parametri della musica come il ritmo musicale, la formazione orchestrale, la frequenza e il volume, definiti sequenza-U.

I livelli di ansia e depressione dei pazienti sono stati valutati dopo le sessioni di musica, una volta all'inizio dello studio, e poi alle settimane 4, 8, 16 e 24.

Risultati

Il punteggio dell'ansia è stato di 22 in entrambi i gruppi, prima dello studio. C'è stata una progressiva riduzione a 15, 12 e otto nelle settimane 4, 8 e 16, rispettivamente, nel gruppo che ha ricevuto la musicoterapia. I risultati sono stati abbastanza simili, comunque, in coloro che non hanno ricevuto la terapia musicale.

Alla fine delle 16 settimane, il punteggio della depressione si è ridotto da 16 a 8 in coloro che hanno ricevuto la terapia musicale. È rimasto a 11 per coloro che non hanno ricevuto la terapia. Questo effetto è rimasto per due mesi, anche dopo l'interruzione della terapia.

Carenze / I prossimi passi

Il meccanismo di tali drastici cambiamenti nei livelli di ansia e depressione dei pazienti con Alzheimer non è stato spiegato in modo soddisfacente in questo studio. Gli autori suggeriscono studi più approfonditi su questi aspetti, utilizzando la risonanza magnetica e la PET, per contribuire a chiarire il meccanismo reale degli effetti della musicoterapia rilassante sui pazienti.

Conclusione

Questo studio conferma gli effetti positivi della musicoterapia su ansia e depressione, comunemente associate ai pazienti affetti da Alzheimer. Mentre la maggior parte degli altri studi si è focalizzato sulla musicoterapia in generale, questo studio ha evidenziato gli effetti della musica personalizzata, in base alle preferenze del paziente. La musica è stata scelta dagli stessi pazienti, e rifletteva le loro emozioni. Alla fine di questo studio, la maggior parte dei pazienti ha riferito di aver avuto alcuni ricordi del passato mentre ascoltavano la musica. Questa modalità di terapia potrebbe agire modificando le risposte sensoriali, cognitive e comportamentali dei pazienti, permettendo loro di ricordare il passato.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 


Riferimento: S. Guétin; F. Portet Di S. Guétin; F. Portet, Effect of Music Therapy on Anxiety and Depression in Patients with Alzheimer's Type Dementia: Randomised, Controlled Study, Journal of Dementia and Geriatric Cognitive Disorders, luglio 2009. Centre Mémoire de Ressources et de Recherches, Montpellier, France, e Université Paris, Paris.

Pubblicato in FYILiving.com il 6 luglio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.