Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quantificare il declino cognitivo dei cani potrebbe aiutare gli umani con Alzheimer

Dei ricercatori hanno scoperto che dei test complementari possono quantificare i cambiamenti nei cani sospettati di soffrire di declino cognitivo. L'approccio potrebbe non solo aiutare i proprietari a gestire le cure del cane anziano, ma potrebbe anche diventare un modello per valutare la progressione del declino cognitivo, e il trattamento, per gli umani con morbo di Alzheimer (MA).


La 'sindrome della disfunzione cognitiva canina' (CCDS) è simile al MA dell'uomo nel senso che il declino cognitivo è associato allo sviluppo di placche amiloidi e atrofia corticale, una degenerazione progressiva del tessuto cerebrale. La CCDS è anche impegnativa per la diagnosi che, tradizionalmente, viene eseguita sulla base dell'esclusione di ovvie condizioni fisiche e delle risposte del proprietario a un questionario.


"Un problema con l'attuale approccio è che i questionari catturano solo una costellazione di comportamenti domestici", afferma la dott.ssa Natasha Olby, docente di gerontologia della North Carolina State University e coautrice senior dello studio apparso su Journal of Alzheimer’s Disease. "Ci possono essere altre ragioni per ciò che un proprietario può percepire come declino cognitivo; qualsiasi cosa, da un'infezione non diagnosticata a un tumore al cervello".


La Olby e la coautrice senior Margaret Gruen, assistente prof.ssa di medicina comportamentale della NC State, volevano determinare se la funzione cognitiva può essere quantificata accuratamente nei cani.

"Il nostro obiettivo era mettere insieme vari strumenti per ottenere un quadro più completo di come si presenta la CCDS nei cani", afferma la Gruen.


Per questo, i ricercatori hanno reclutato 39 cani di 15 razze, tutti nella fascia d'età senior e geriatrica, ma in buona salute nel complesso. Un cane è considerato 'senior' se si trova nell'ultimo quarto della durata di vita prevista, in base alla razza e alle dimensioni, e 'geriatrico' oltre quell'età.


I cani sono stati sottoposti a esami fisici e ortopedici, nonché al lavoro di laboratorio che includeva un esame del sangue per rilevare un marcatore di morte neuronale. I loro proprietari hanno compilato due questionari diagnostici comuni, quindi i cani hanno partecipato a una serie di test cognitivi progettati per valutare la funzione esecutiva, la memoria e l'attenzione.


"L'approccio che abbiamo adottato non è necessariamente progettato per fare la diagnosi; vogliamo invece usare questi strumenti per identificare i cani in una fase precoce e seguirli man mano che la malattia avanza, quantificando i cambiamenti", afferma la Olby.


Il team ha scoperto che i risultati cognitivi e degli esami del sangue si correlavano bene ai punteggi del questionario, suggerendo che si può usare un approccio multidimensionale per quantificare il declino cognitivo dei cani che invecchiano.


"Riuscire a diagnosticare e quantificare la CCDS in modo clinicamente sicuro e pertinente è un buon primo passo per poter lavorare con i cani come modello del MA umano"
, afferma la Olby. "Molti degli attuali modelli di MA - ad esempio i roditori - sono utili per comprendere i cambiamenti fisiologici, ma non per testare i trattamenti".


"I cani vivono nelle nostre case e sviluppano malattie presenti in natura proprio come noi", afferma la Gruen. "Questi risultati so promettenti sia per i cani che per l'uomo per migliorare la nostra comprensione della progressione delle malattie e potenzialmente per testare trattamenti".

 

 

 


Fonte: Tracey Peake in North Carolina State University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Gilad Fefer, ...[+8], Margaret Gruen. Use of Cognitive Testing, Questionnaires, and Plasma Biomarkers to Quantify Cognitive Impairment in an Aging Pet Dog Population. Journal of Alzheimer's Disease, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.