Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellula cerebrale appena scoperta fa luce sulla formazione dei ricordi

Uno studio riferisce sulla scoperta di una nuova cellula nervosa nell'ippocampo, che è per lo più attiva quando il cervello crea un ricordo.

Marco CapognaIl prof. Marco Capogna è uno dei ricercatori alla base della scoperta di una cellula nervosa nell'ippocampo di topo, che potrebbe essere cruciale per capire meglio la memoria episodica. Foto: Lars Kruse

I ricercatori sanno da tempo che la memoria è rappresentata da cambiamenti nella parte del cervello chiamata ippocampo. Uno dei cambiamenti consolidati nell'ippocampo, che è stato associato alla memoria, è la presenza delle cosiddette 'increspature di onde acute' (SWR, sharp wave ripples), brevi eventi elettrici ad alta frequenza generati nell'ippocampo ritenuti un evento importante del cervello nella cosiddetta memoria episodica.


Questo tipo di memoria si riferisce agli episodi che sono avvenuti nella vita di un individuo, come i ricordi d'infanzia, il ricordo del primo appuntamento con un partner o il ricordo di un vecchio numero di cellulare. Tuttavia, ciò che accade nelle famose strutture del cervello a forma di cavalluccio marino, l'ippocampo, quando vengono generate le SRW, non era ancora chiaro.


Ora un nuovo studio, pubblicato su Neuron in collaborazione con il gruppo del prof. Ivan Soltesz della Stanford University, fa luce sull'esistenza di un tipo di neurone nell'ippocampo di topo che potrebbe essere cruciale per capire meglio la memoria episodica.


Il prof. Marco Capogna e l'assistente prof. Wen-Hsien Hou del Dipartimento di Biomedicina dell'Università di Aarhus hanno contribuito alla scoperta del nuovo neurone, che è associato alle increspature a onde acute e alla memoria.

 

Potrebbe essere interrotto nella demenza e nell'Alzheimer

Lo studio riferisce sul nuovo tipo di neurone - o cellula nervosa - nell'ippocampo, definisce il suo ruolo funzionale nel cervello, svela la sua connettività con altre cellule nervose e aree cerebrali, e fa avanzare la comprensione dei circuiti cerebrali che sottendono le onde cerebrali veloci che spesso sono associate alla memoria.


“Abbiamo scoperto che questo nuovo tipo di neurone è attivo al massimo durante le SWR, quando l'animale è sveglio - ma calmo - o profondamente addormentato. Al contrario, il neurone non è affatto attivo quando c'è l'attività neuronale lenta e sincronizzata chiamata 'theta' che può essere presente quando l'animale è sveglio e si muove o in un particolare tipo di sonno, quando di solito sogniamo", dice il prof. Marco Capogna.


A causa di questa attività dicotomica, questo nuovo tipo di neurone è stato chiamato 'theta off-ripples on' (TORO).
Lo studio è rilevante per gli esperti nel campo della memoria, dell'ippocampo e dei circuiti neurali. Tuttavia, può anche attirare l'attenzione di chiunque sia interessato a come funziona il cervello per creare la memoria.


Marco Capogna afferma:

“Come mai i neuroni TORO sono così sensibili alle SWR? Il documento cerca di rispondere a questa domanda, descrivendo la connettività funzionale dei neuroni TORO con altri neuroni e aree cerebrali, un approccio chiamato mappatura di circuito. Scopriamo che i TORO sono attivati ​​da altri tipi di neuroni nell'ippocampo, vale a dire i neuroni piramidali CA3, e sono inibiti da segnali provenienti da altre aree cerebrali, come il setto.

“Inoltre, lo studio rileva che i TORO sono neuroni inibitori che rilasciano il neurotrasmettitore GABA. Inviano i loro segnali localmente - come fanno la maggior parte dei neuroni GABAergici - all'interno dell'ippocampo, ma proiettano e inibiscono altre aree cerebrali al di fuori dell'ippocampo, come il setto e la corteccia. In questo modo, i neuroni TORO propagano le informazioni SWR globalmente nel cervello e segnalano che si è verificato un evento di memoria”.


Il team ha monitorato l'attività del neurone con l'elettrofisiologia, una tecnica che rileva l'attività dei neuroni misurando la tensione rispetto al tempo, e con scansioni che ne rilevano l'attività, misurando i cambiamenti nella segnalazione del calcio al loro interno.


Un importante passo successivo sarebbe dimostrare un legame causale tra l'attività delle cellule nervose TORO e la memoria. Inoltre, sarà interessante documentare se sono presenti l'inibizione dei neuroni TORO e delle increspature delle onde acute nella demenza e nell'Alzheimer che causano perdita di memoria.

 

 

 


Fonte: Line Rønn in Aarhus University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Gergely Szabo, ...[+9], Marco Capogna, Ivan Soltesz. Ripple-selective GABAergic projection cells in the hippocampus. Neuron, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.