Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cammino migliora la connettività cerebrale e la memoria degli anziani

I risultati di uno studio aumentano le evidenze che l'esercizio fisico rallenta la compromissione cognitiva e può ritardare l'insorgenza della malattia di Alzheimer.

Nodes of default mode red frontoparietal yellow and salience black networksPosizione dei nodi per ciascuna rete definita dall'atlante di Power (2011): in rosso la Rete Modalità Predefinita (59 nodi), in giallo la Rete Frontoparietale (25 nodi) e in nero la Rete di Salienza (18 nodi). Fonte: JD Power et al.

Le passeggiate regolari rafforzano le connessioni all'interno e tra le reti cerebrali, secondo la nuova ricerca svolta alla University of Maryland di College Park nel Maryland, aumentando le prove crescenti che collegano l'esercizio fisico con il rallentamento dell'insorgenza del morbo di Alzheimer (MA).


Lo studio, pubblicato sul Journal for Alzheimer’s Disease Reports, ha esaminato il cervello e le capacità di richiamo di storie di anziani con funzione cerebrale normale e di altri con diagnosi di lieve deterioramento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment), che è un leggero declino delle capacità mentali come memoria, ragionamento e giudizio, e un fattore di rischio del MA.


"Storicamente, le reti cerebrali che abbiamo studiato in questa ricerca mostrano un deterioramento nel tempo nelle persone con MCI e MA"
, ha affermato J. Carson Smith, professore di chinesiologia della U of M e autore senior dello studio. “Diventano disconnesse e, di conseguenza, le persone perdono la capacità di pensare chiaramente e ricordare le cose. Stiamo dimostrando che l'esercizio fisico rafforza queste connessioni".


Lo studio si basa sulle precedenti ricerche di Smith, che hanno mostrato come il cammino può modificare il flusso sanguigno cerebrale e migliorare la funzione cerebrale degli anziani con MCI.


I 33 partecipanti, con età da 71 a 85 anni, hanno camminato su un tapis roulant, supervisionati, per 4 giorni alla settimana per 12 settimane. Prima e dopo questo regime di esercizio, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di leggere un racconto e poi di ripeterlo ad alta voce con il maggior numero possibile di dettagli.


I partecipanti hanno anche avuto una risonanza magnetica funzionale (fMRI) in modo che i ricercatori potessero misurare i cambiamenti nella comunicazione all'interno e tra le 3 reti cerebrali che controllano la funzione cognitiva:

  • Rete di modalità predefinita che si attiva quando una persona non sta svolgendo un compito specifico (come sognare ad occhi aperti dell'elenco della spesa) ed è collegata all'ippocampo, una delle prime regioni cerebrali colpite dal MA; è anche dove si evidenziano le placche di amiloide attorno alle cellule nervose, un primo sospetto della malattia.
  • Rete frontoparietale che regola le decisioni prese quando una persona sta completando un'attività; coinvolge anche la memoria.
  • Rete di salienza che monitora il mondo esterno e gli stimoli e quindi decide cosa merita attenzione; facilita inoltre il passaggio tra le reti per ottimizzare le prestazioni.


Dopo 12 settimane di esercizio, i ricercatori hanno ripetuto i test e hanno visto miglioramenti significativi nelle capacità di richiamo della storia dei partecipanti.


"L'attività cerebrale è diventata più forte e più sincronizzata, dimostrando che l'esercizio fisico può realmente indurre il cervello a cambiare e adattarsi", ha affermato Smith. "Questi risultati forniscono ancora più speranza che l'esercizio fisico possa essere utile come modo per prevenire o aiutare a stabilizzare le persone con MCI e forse, a lungo termine, ritardare la loro conversione alla demenza di MA".


I ricercatori hanno anche osservato un'attività più forte all'interno della rete di modalità predefinita, della rete di salienza e nelle connessioni tra le tre reti.

 

 

 


Fonte: University of Maryland (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: J Won, [+1], JC Smith. Large-Scale Network Connectivity ...  J of Alzh Dis Reports, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)