Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'assistenza di qualità in casa di riposo non è solo questione di più personale

Uno studio ha rilevato che anche formazione specializzata e stabilità della forza lavoro sono fondamentali

La sola aggiunta di personale non sarà sufficiente per colmare le disparità di qualità delle cure e degli esiti sanitari tra le strutture di assistenza con percentuali variabili di ospiti con demenza, secondo uno studio unico nel suo genere guidato dall'Università della California di Irvine.

Per affrontare le sfide uniche presentate da questa popolazione sono fondamentali anche formazione specializzata, un ambiente facile da navigare e stabilità del personale.

I risultati, pubblicati di recente su Health Services Research, indicano che in genere un aumento del personale migliora gli esiti per tutti i pazienti, ma che a qualsiasi livello dato di personale, rimangono discrepanze tra strutture ad alta e bassa presenza di demenza.

L'impatto sulle cure differiva per la percentuale di ospiti con demenza e per la variabilità degli esiti, che andavano dalle attività quotidiane come il bagno indipendente, la vestizione e i pranzi, fino al numero di accessi al pronto soccorso e di incidenti per piaghe da decubito.

"Volevamo capire l'associazione delle ore di personale con la qualità delle cure e confrontare gli esiti sanitari nelle case di cura con popolazioni ad alta e bassa demenza", ha affermato la prima autrice Dana Mukamel, prof.ssa di medicina dell'UCI. "Abbiamo scoperto che gli infermieri professionali e le ore di personale degli assistenti infermieri per residente/giorno avrebbero probabilmente migliorato gli esiti per le strutture con demenza sia alta che bassa, ma che il semplice aumento del personale non ha probabilità di essere una soluzione".

Si stima che oltre il 40% dei residenti delle case di cura a livello nazionale abbia l'Alzheimer, una demenza correlata o la compromissione cognitiva, secondo l'Alzheimer's Association. La loro difficoltà nel comunicare sintomi e bisogni richiede che il personale riceva formazione in tecniche speciali per riconoscere segnali non verbali e acquisire esperienza per capire il modo di esprimersi delle persone.

“Gli studi attuali confrontano gli esiti sanitari dei pazienti con demenza che ricevono cure specializzate con quelli dei pazienti con demenza in terapia generale. Volevamo indagare sulle dinamiche della demenza, del personale e degli esiti sanitari nelle case di cura rispetto ai residenti senza demenza e ci siamo imbarcati in questo studio per offrire approfondimenti su questa complessa triplice relazione", ha affermato la Mukamel.

I ricercatori hanno condotto analisi di regressione su un campione nazionale di case di cura tra il 2017 e il 2019, attingendo a vari insiemi di dati, che includevano le richieste Medicare e il registro dei cedolini paga dei Centers for Medicare and Medicaid Services.

Le variabili indipendenti includevano ore di personale per residente/giorno e la percentuale di popolazione con demenza, controllando altre caratteristiche di residenti e strutture. Sono stati usati modelli lineari separati per prevedere 6 esiti a livello di struttura a lungo termine.

"I nostri risultati evidenziano il fatto che l'assistenza di alta qualità prevede non solo un aumento del personale, ma anche una formazione specializzata nelle pratiche dimostrate efficaci nella gestione delle complessità di questa condizione, oltre a fornire un ambiente sicuro e mantenere la coerenza del personale", ha affermato la Mukamel. "Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare aree specifiche da puntare per individuare le opportunità di miglioramento nelle strutture con presenza di demenza sia bassa che alta".

 

 

 


Fonte: University of California, Irvine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: DB Mukamel, [+3]. Dementia, nurse staffing, and health outcomes in nursing homes. Health Serv Res, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)