Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Uno studio chiama in causa la 'salute emozionale' nell'Alzheimer


Una grave e crescente depressione negli anziani può quasi raddoppiare la loro probabilità di demenza, secondo uno studio condotto alla University of California di San Francisco, e potrebbe essere un fattore di rischio indipendente del declino cognitivo, piuttosto che solo un sintomo precoce di esso.


Anche se la ricerca di altre istituzioni ha collegato la depressione alla demenza, questo studio è il primo a individuare una traiettoria della depressione legata alla sua maggiore incidenza.


"I nostri risultati sollevano la possibilità che la salute cognitiva degli anziani possa essere migliorata con interventi per ridurre i sintomi depressivi, come la psicoterapia o altri interventi comportamentali, o con farmaci", ha detto l'autore Allison Kaup PhD, assistente professore aggiunto al Dipartimento di Psichiatria della UCSF, psicologo di ricerca clinica e neuropsicologo clinico al San Francisco VA Medical center. "Questo è un tema importante da indagare per gli studi futuri di un trattamento".


Lo studio, che è stato pubblicato nel numero corrente di JAMA Psychiatry, ha tracciato per 5 anni i sintomi depressivi di 2.488 anziani da 70 a 80 anni, che erano senza demenza. Poi, nei successivi 6 anni, i ricercatori hanno esaminato il numero di anziani che hanno sviluppato la demenza, sulla base di test cognitivi, cartelle cliniche e uso di farmaci per demenza.


I ricercatori hanno identificato tre sottoinsiemi di funzionamento emotivo tra gli anziani, che vivevano in Pennsylvania e Tennessee: quelli con sintomi costantemente minimi di depressione, quelli con sintomi moderati e crescenti di depressione, e quelli con "sintomi elevati e crescenti".


I ricercatori hanno scoperto che la demenza è stata sviluppata dal 12,3 per cento di quelli con sintomi di depressione costantemente minimi, contro il 21,4 per cento di quelli con sintomi gravi e crescenti. Anche il gruppo con sintomi moderati e in aumento aveva un tasso più alto di demenza rispetto a quelli con sintomi minimi, ma questo aumento si è annullato quando i ricercatori hanno confrontato i livelli di funzionamento cognitivo durante il periodo di iscrizione, in cui erano senza demenza.


"Anche se non possiamo escludere che la depressione possa prefigurare la demenza come sintomo precoce, o possa essere una risposta emotiva al declino cognitivo, abbiamo trovato un aumento quasi doppio tra quelli con sintomi alti e crescenti", ha detto Kaup. "Questo suggerisce che un particolare insieme di sintomi depressivi può essere un fattore di rischio indipendente".


"Ci sono molte ragioni per cui i medici dovrebbero individuare i pazienti anziani con sintomi depressivi", ha detto. "Ci sono molte ricerche che dimostrano che una serie di fattori di salute e stile di vita influenzano la salute cognitiva, come ad esempio l'attività fisica e il mantenimento di una buona salute cardiovascolare. In modo analogo, sembra che la salute emotiva sia importante per la salute cognitiva nell'invecchiamento".

 

**********
L'autore senior della ricerca è Kristine Yaffe MD, dei dipartimenti di neurologia, psichiatria, e Epidemiologia e Biostatistica della UCSF, e del San Francisco VA Medical Center. I co-autori sono Amy Byers PhD/MPH della UCSF e del San Francisco VA Medical Center; Cherie Falvey MPH, Hilsa Ayonayon PhD e Susan Rubin MPH della UCSF; Eleanor Simonsick PhD del National Institute on Aging; Suzanne Satterfield MD/DrPH della University of Tennessee Health Science Center e Stephen Smagula PhD della University of Pittsburgh.


Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging, dal National Institute for Nursing Research, dal U.S. Department of Veterans Affairs, dal National Institute of Mental Health, dal San Francisco VA Medical Center e dal Sierra-Pacific Mental Illness Research, Education and Clinical Center. L'autore senior ha riferito di essere un consulente della Novartis e della Pfizer, e presente nel comitato di monitoraggio della Takeda Inc. e di uno studio sponsorizzato dal National Institute on Aging, nonché nel Scientific Advisory Board della Beeson.

 

 


Fonte: University of California San Francisco (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Allison R. Kaup, Amy L. Byers, Cherie Falvey, Eleanor M. Simonsick, Suzanne Satterfield, Hilsa N. Ayonayon, Stephen F. Smagula, Susan M. Rubin, Kristine Yaffe. Trajectories of Depressive Symptoms in Older Adults and Risk of Dementia. JAMA Psychiatry. Published online March 16, 2016. doi:10.1001/jamapsychiatry.2016.0004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)