Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dare senso ai sensi: il cervello considera il contesto per interpretare i suoni



L'interpretazione del suono da parte del cervello è influenzata da indizi degli altri sensi, il che spiega meglio come interpretiamo ciò che sentiamo in un momento particolare, secondo un rapporto pubblicato online il 31 ottobre su Nature Neuroscience.


Nel nuovo studio sui topi, i ricercatori della New York University hanno scoperto che le cellule nervose dedicate all'udito si basano anche sul contesto circostante per interpretare correttamente e reagire ai suoni familiari.


"Quello che 'sente' il cervello dipende da ciò che 'vede' , oltre ai suoni specifici, mentre elabora come rispondere", dice Robert Froemke PhD, neuroscienziato e ricercatore senior dello studio, assistente professore al Langone Medical Center e all'Istituto Skirball di Medicina Biomolecolare della New York University.


Froemke dice che le ultime scoperte del suo team rivelano che, anche se i mammiferi riconoscono i suoni nella corteccia uditiva del cervello, i livelli di segnalazione delle cellule nervose in questa area del cervello sono rafforzati o indeboliti simultaneamente in risposta al contesto circostante.


"Il nostro studio dimostra che lo stesso suono può significare cose diverse all'interno del cervello, a seconda della situazione", dice Froemke. "Sappiamo, per esempio, che le persone imparano a rispondere senza allarmarsi al clacson se lo sentono nella sicurezza della loro casa, ma sono spaventate se sentono lo stesso colpo di clacson mentre attraversano una strada trafficata".


Se ulteriori esperimenti troveranno un'analoga attività nel cervello umano, i ricercatori dicono che il loro lavoro può portare a spiegazioni precise dei comportamenti specifici per ogni situazione, come l'ansia durante gli esami di matematica, lo stress improvviso post-traumatico dei veterani di combattimento quando sentono un ritorno di fiamma dell'auto; e la capacità delle persone con demenza di ricordare meglio determinati eventi quando sentono una voce familiare o vedono la faccia di un amico.


Per mappare come lo stesso senso può essere percepito in modo diverso nel cervello, il team del NYU Langone, guidato dal borsista postdottorato Kishore Kuchibhotla PhD, ha monitorato l'attività del circuito nervoso dei topi quando gli animali prevedevano, e no, di ottenere una ricompensa d'acqua attraverso un tubo dopo lo squillo di una nota musicale familiare.


Quando i topi erano esposti a specifici segnali uditivi, i ricercatori hanno osservato dei modelli basati su una divisione fondamentale in natura delle cellule nervose. Ogni cellula nervosa "decide" se un messaggio deve proseguire nel percorso nervoso. Le cellule nervose che emettono sostanze chimiche che dicono alla cellula successiva nella fila di amplificare un messaggio sono eccitatorie; quelle che fermano i messaggi sono inibitorie. Le combinazioni tra le due provocano un contrappeso critico per la funzione del sistema nervoso, dove le celle inibitorie rimuovono il "rumore" dalle cellule eccitatorie per formare pensiero e memoria.


Inoltre, l'elaborazione delle informazioni sensoriali in entrata avviene in parte regolando i livelli di segnalazione attraverso ogni tipo di cellula nervosa. Le teorie sostengono che il cervello può dare più importanza ad un dato segnale accendendo o spegnendo i segnali eccitatori, o facendo lo stesso con le cellule nervose inibitorie.


In questo studio, i ricercatori hanno scoperto con sorpresa che la maggior parte delle cellule nervose nei neuroni della corteccia uditiva che stimolano l'attività (eccitatoria) del cervello segnalavano meno (avevano un'attività "debole") quando i topi prevedevano e ottenevano una ricompensa. Nel frattempo, e al contrario, una seconda serie di neuroni "eccitatori" rimanenti avevano una attività maggiore di segnalazione quando i topi prevedevano un premio sulla base di uno dei due segnali sensoriali.


Ulteriori test hanno dimostrato che tali modifiche dipendevano dall'attivazione di neuroni inibitori specifici (parvalbumina, somatostatina, e peptide vasoattivo intestinale), a sua volta controllata dal messaggero chimico (neurotrasmettitore) acetilcolina. Spegnendo chimicamente l'attività dell'acetilcolina si è tagliato a metà il numero di volte che i topi si aspettavano la ricompensa di acqua, suggerita dal suono. Alcuni studi sugli esseri umani hanno collegato l'esaurimento dell'acetilcolina a tassi più alti di Alzheimer.


Froemke, che è anche uno docente all'Howard Hughes Medical Institute, dice che ora il team ha in programma di valutare come influiscono gli ormoni noradrenalina e dopamina sui neuroni della corteccia uditiva in situazioni diverse: "Se riusciremo a risolvere le molte interazioni tra queste sostanze chimiche e l'attività cerebrale basate sulla percezione sensoriale e il contesto, allora forse potremo puntare specifici percorsi neurologici inibitori ed eccitatori, per riequilibrare e influenzare i comportamenti".

 

 

 


FonteNew York University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kishore V Kuchibhotla et al. Parallel processing by cortical inhibition enables context-dependent behavior. Nature Neuroscience, October 2016 DOI: 10.1038/nn.4436

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.