Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nessun intervento si rivela efficace a prevenire la demenza in tarda vecchiaia

Non esiste un intervento che ha provato di prevenire la demenza nella tarda vita. I ricercatori del Minnesota Evidence-based Practice Center (EPC)  hanno esaminato le ricerche pubblicate per determinare se l'attività fisica, i farmaci prescritti, le vitamine e gli integratori da banco, o gli interventi di allenamento cognitivo, possono aiutare a prevenire la demenza nei pazienti che non l'avevano al tempo degli studi.


La stragrande maggioranza delle ricerche ha dimostrato che nessuno degli interventi ha funzionato. I risultati delle loro quattro revisioni sistematiche sono pubblicati su Annals of Internal Medicine.


Si prevede che la prevalenza del deterioramento cognitivo e della demenza aumenterà notevolmente con l'invecchiamento della popolazione. Non conosciamo un trattamento ottimale per prevenire o ritardare il declino cognitivo, il lieve deterioramento cognitivo o la demenza di tipo Alzheimer. I ricercatori dell'EPC sono stati pagati dall'Agenzia Ricerca e Qualità Sanitaria per valutare la letteratura e determinare se eventuali interventi hanno sufficienti prove di buona qualità che giustificano una raccomandazione.

 

Attività fisica

I ricercatori hanno esaminato i dati di 16 studi che avevano confrontato un intervento di attività fisica con un controllo inattivo. Hanno trovato prove insufficienti per trarre conclusioni sull'efficacia dell'allenamento aerobico, dell'allenamento di resistenza o del tai chi nel migliorare la cognizione. I ricercatori hanno trovato prove a bassa resistenza che combinando diversi tipi di interventi contemporaneamente, come l'attività fisica, la dieta e l'allenamento cognitivo, si migliorano le prestazioni del test cognitivo.

 

Farmaci prescritti

I ricercatori hanno esaminato i dati di 51 studi che avevano confrontato l'effetto della prescrizione di farmaci con il placebo, la cura abituale o il controllo attivo sugli esiti cognitivi. Le prove non hanno supportato l'uso di nessuno dei trattamenti farmacologici studiati (farmaci per la demenza, antiipertensivi, farmaci per il diabete, FANS o aspirina, ormoni e agenti ipolipemizzanti) per la protezione cognitiva nelle persone con cognizione normale o lieve deterioramento cognitivo.

 

Allenamento cognitivo

Una revisione di 11 studi condotti su adulti con cognizione normale o lieve deterioramento cognitivo al momento dell'arruolamento ha rilevato prove insufficienti che gli esercizi di allenamento cognitivo potrebbero prevenire la demenza. L'allenamento cognitivo di gruppo si è rivelato in grado di migliorare le prestazioni solo nel dominio cognitivo addestrato. Ad esempio, l'allenamento della memoria ha migliorato la memoria, ma non ha migliorato altri aspetti della cognizione.

 

Vitamine e integratori da banco

Gli autori dello studio hanno esaminato 38 studi che avevano confrontato i prodotti da banco (OTC), inclusi acidi grassi omega-3, soia, ginkgo biloba, vitamine del gruppo B, vitamina D più calcio, vitamina C o beta carotene, integratori multi-ingrediente, con placebo o altri interventi OTC per prevenire o ritardare il declino cognitivo, il lieve declino cognitivo o la demenza clinica di tipo Alzheimer. Hanno trovato prove insufficienti che suggeriscono che uno qualsiasi degli integratori abbia funzionato per ridurre il rischio di declino cognitivo.

 

Secondo i ricercatori, le ragioni per cui questi interventi falliscono non sono del tutto chiare. È possibile che semplicemente non funzionino per migliorare la cognizione, o potrebbe anche essere che gli studi avessero iniziato gli interventi troppo tardi nella vita, non li avessero usati abbastanza a lungo, o ci fossero delle carenze in molti degli studi.


I ricercatori osservano che, anche se non c'è alcuna prova che un intervento per attuare uno stile di vita sano prima nel corso della vita possa proteggere dal declino cognitivo o dalla demenza in età avanzata, è improbabile che peggiori la cognizione, ma potrebbe avere altri benefici non cognitivi.

 

 

 


Fonte: American College of Physicians via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michelle Brasure, Priyanka Desai, Heather Davila, Victoria A. Nelson, Collin Calvert, Eric Jutkowitz, Mary Butler, Howard A. Fink, Edward Ratner, Laura S. Hemmy, J. Riley McCarten, Terry R. Barclay, Robert L. Kane. Physical Activity Interventions in Preventing Cognitive Decline and Alzheimer-Type Dementia: A Systematic Review. Ann Intern Med. [Epub ahead of print 19 December 2017] doi: 10.7326/M17-1528ps

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)