Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pre-eclampsia legata ad un aumento del rischio di demenza più tardi nella vita

La pre-eclampsia è associata ad un aumento del rischio di demenza più tardi, in particolare di demenza vascolare, causata da un afflusso ridotto di sangue al cervello a causa di vasi sanguigni malati, secondo un ampio studio pubblicato da The BMJ.


I risultati suggeriscono che chiedere della storia di pre-eclampsia ha il potenziale di aiutare i medici a identificare le donne che potrebbero beneficiare di interventi precoci, come la riduzione della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo.


La pre-eclampsia è una condizione grave durante la gravidanza, in cui si sviluppa una pressione arteriosa anormalmente alta (ipertensione) e altre complicanze. Colpisce circa il 3-5% delle gravidanze ed è pericolosa sia per la madre che per il bambino.


Studi precedenti avevano dimostrato che una storia di pre-eclampsia è associata ad un rischio più alto di compromissione cognitiva, ma questi studi avevano diverse limitazioni e i risultati erano incoerenti. Per superare questi limiti, i ricercatori dello Statens Serum Institut in Danimarca hanno cercato di confrontare i rischi di demenza tra le donne con e senza storia di pre-eclampsia.


Usando i registri medici nazionali, hanno analizzato i dati di oltre 1,1 milioni di donne in Danimarca che hanno partorito almeno una volta tra il 1978 e il 2015 e non avevano diagnosi di malattie cardiache, infarto, ictus, insufficienza cardiaca, diabete o demenza prima del parto. La maggior parte delle donne (95%) aveva meno di 45 anni all'inizio dello studio e l'età media alla fine era di 49 anni.


Dopo aver preso in considerazione l'età e le nascite precedenti, i ricercatori hanno scoperto che le donne con una storia di pre-eclampsia avevano un rischio di demenza vascolare più tardi nella vita più che triplo rispetto alle donne senza storia di pre-eclampsia (1,44 casi per 100.000 anni/persona per le donne con una storia di pre-eclampsia rispetto a 0,47 casi per 100.000 anni/persona per le donne senza storia di pre-eclampsia).


Questa associazione sembrava particolarmente forte per le malattie a insorgenza tardiva (65 anni e oltre) rispetto a quelle a esordio precoce (meno di 65 anni) e persisteva anche dopo aver tenuto conto di altri fattori potenzialmente influenti, come diabete, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e obesità.


Al contrario, una storia di pre-eclampsia si è associata solo modestamente al rischio di Alzheimer e di altri tipi di demenza non specificati.


Questo è uno studio osservazionale e, come tale, non può stabilire una causa, e i ricercatori non possono escludere la possibilità che parte del rischio osservato possa essere dovuto ad altri fattori non misurati. Sottolineano inoltre che queste donne erano ancora relativamente giovani (il 90% aveva meno di 65 anni), quindi i tassi di demenza erano molto più bassi di quanto ci si aspetterebbe se lo studio includesse donne più anziane.


Tuttavia, dicono che questo è stato un grande studio, per un lungo periodo, e con informazioni sulla pre-eclampsia e la demenza dai dati del registro nazionale. Inoltre, un legame tra pre-eclampsia e demenza vascolare è biologicamente plausibile.


Perciò concludono: "Questo studio indica che la pre-eclampsia è associata ad un aumento del rischio di demenza più avanti, in particolare di demenza vascolare, e suggerisce che la pre-eclampsia e la demenza vascolare possono condividere meccanismi di base o percorsi di suscettibilità". Chiedere della storia di pre-eclampsia "potrebbe aiutare i medici a identificare le donne che potrebbero trarre beneficio dallo screening per i primi segni di malattia, consentendo un intervento clinico precoce", aggiungono.


In un editoriale collegato, i ricercatori dell'Università di Toronto concordano sul fatto che potrebbe esserci "una certa comunanza tra pre-eclampsia e demenza vascolare" e, come tale, suggeriscono che la demenza vascolare "potrebbe essere prevenuta nelle donne con pre-eclampsia pregressa con un buon controllo della pressione sanguigna, dei lipidi e del glucosio".


Prima di iniziare un esperimento interventistico, tuttavia, dicono che i prossimi passi sono "replicare le scoperte attuali e condurre le analisi sfumate di cui sopra per favorire la comprensione dell'influenza della gravidanza sui vasi sanguigni grandi e piccoli del cervello".

 

 

 


Fonte: BMJ via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Saima Basit, Jan Wohlfahrt, Heather A Boyd. Pre-eclampsia and risk of dementia later in life: nationwide cohort study. BMJ, 2018; k4109 DOI: 10.1136/bmj.k4109

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.