Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nell'Alzheimer c'è una perdita di controllo dell'attività dei geni

flying away balloons

La ricerca pioneristica sui meccanismi che controllano l'attività dei geni nel cervello potrebbe rappresentare la chiave per comprendere il morbo di Alzheimer (MA) e potrebbe aiutare a identificare trattamenti efficaci futuri.


Un gruppo di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Exeter e dell'Università dell'Essex ha scoperto un legame tra indicatori dell'attività genica e la malattia, che potrebbe sbloccare nuovi e interessanti percorsi di ricerca.


Lo studio è stato pubblicato su Nature Neuroscience ed è stato cofinanziato dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, dall'Unione Europea e dal Medical Research Council della Gran Bretagna.


Il gruppo ha studiato le modifiche nell'attività dei geni che non sono causate da una variazione del codice genetico reale. È una strada interessante di ricerca perché, a differenza della sequenza del DNA, questi cosiddetti processi epigenetici possono potenzialmente essere alterati da fattori ambientali, fornendo una possibile via futura per influenzare la loro attività.


I ricercatori hanno studiato un tipo di modifica epigenetica chiamata 'acetilazione dell'istone' che contrassegna le regioni del genoma che sono attive. Nelle cellule, il DNA è impacchettato da strutture chiamate 'istoni' che possono essere modificati per controllare l'attività dei geni. Il team ha quantificato i livelli di acetilazione dell'istone attraverso il genoma usando il tessuto cerebrale di pazienti deceduti con e senza il MA.


Sono stati riscontrati sia aumenti che cali di acetilazione dell'istone in tutte le regioni del genoma, identificando i geni coinvolti nel MA. Con sorpresa, i ricercatori hanno trovato differenze nelle regioni regolatorie che controllano l'espressione sia dell'amiloide che della tau, le due proteine coinvolte nella patologia del MA.


Questa ricerca è il primo studio su tutto il genoma che ha studiato l'acetilazione dell'istone nel MA e fornisce un quadro per analizzare le modifiche dell'istone nelle ricerche su altre malattie che interessano il cervello.


Il professor Jonathan Mill, che ha condiretto lo studio, della University of Exeter, ha dichiarato:

"Il nostro studio fornisce prove convincenti dei cambiamenti diffusi nell'acetilazione dell'istone nel MA. Sebbene sia necessario un ulteriore lavoro per valutare se l'acetilazione alterata dell'istone sia una causa o un risultato della condizione, è interessante che i farmaci che modificano l'acetilazione dell'istone siano tra i nuovi trattamenti più promettenti per il MA".


Il professore associato Leonard Schalkwyk, della School of Biological Sciences della University of Essex, ha dichiarato:

"L'Alzheimer colpisce milioni di vite ed è stato ampiamente studiato, ma non siamo ancora riusciti a capire perché e come insorge. Questo è il nostro secondo studio su larga scala sui cromosomi delle parti più colpite del cervello, per trovare le differenze epigenetiche nel modo in cui i geni sono espressi nel MA rispetto a un cervello sano, contribuendo a legare insieme diversi filoni della nostra comprensione della malattia".


La dott.ssa Sarah Marzi, del King's College di Londra e della Queen Mary University di Londra, che faceva parte del team di ricerca, ha aggiunto:

"I cambiamenti che influenzano l'attività di molti geni hanno dimostrato di essere fortemente associati alle caratteristiche patologiche del MA. È interessante notare che i nostri risultati suggeriscono che ci sono meccanismi comuni nelle forme sia ereditarie che isolate di questa terribile malattia".

 

 

 


Fonte: University of Exeter (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sarah J. Marzi, Szi Kay Leung, Teodora Ribarska, Eilis Hannon, Adam R. Smith, Ehsan Pishva, Jeremie Poschmann, Karen Moore, Claire Troakes, Safa Al-Sarraj, Stephan Beck, Stuart Newman, Katie Lunnon, Leonard C. Schalkwyk, Jonathan Mill. A histone acetylome-wide association study of Alzheimer’s disease identifies disease-associated H3K27ac differences in the entorhinal cortex. Nature Neuroscience, 2018; DOI: 10.1038/s41593-018-0253-7

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.