Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovate distorsioni in test molto usati per identificare la demenza

Moca recommended among brief cognitive assessmentsTra i vari test veloci di valutazione della demenza, l'Università di Cardiff raccomanda il MoCA (non esaminato da questo studio).

I test rapidi usati nelle strutture di assistenza primaria per identificare le persone che hanno probabilità di avere una demenza possono essere spesso sbagliati, secondo uno studio pubblicato ieri 28 novembre 2018 su Neurology®Clinical Practice.


I test, chiamati 'valutazioni cognitive brevi' (brief cognitive assessments), valutano il pensiero e le capacità di memoria. Aiutano i medici a decidere chi richiede una valutazione diagnostica completa per la demenza.


I tre test esaminati in questo studio erano il Mini-Mental State Examination (MMSE), che esamina l'orientamento al tempo e al luogo e la capacità di ricordare le parole, il Memory Impairment Screen, che si concentra sulla capacità di ricordare le parole e l'Animal Naming, che implica nominare il maggior numero di animali possibile in 60 secondi.


"Il nostro studio ha rilevato che tutti e tre i test spesso danno risultati non corretti, portando a concludere in modo erroneo che una persona ha o non ha la demenza", ha detto l'autore dello studio David Llewellyn PhD, della University of Exeter nel Regno Unito. "Ogni test ha un modello diverso di distorsione, quindi le persone hanno più probabilità di essere classificate in modo errato da un test rispetto ad un altro, a seconda di fattori come età, istruzione ed etnia".


Per lo studio, 824 persone degli Stati Uniti con un'età media di 82 anni hanno avuto una valutazione completa della demenza che includeva un esame fisico, test genetici per il gene APOE (collegato a un rischio di Alzheimer), test psicologici e test di memoria e pensiero completi. I ricercatori hanno diviso i partecipanti in due gruppi in base alla diagnosi completa di demenza.


Tra i partecipanti, il 35% aveva una demenza e il 65% no. I partecipanti sono stati sottoposti a ciascuno dei tre test rapidi e i ricercatori hanno scoperto che il 36% dei partecipanti è stato classificato erroneamente da almeno uno dei test, ma solo il 2% è stato classificato erroneamente da tutti e tre i test.


I tassi complessivi di errata classificazione di questi test variavano individualmente dal 14% al 21%, compresi i risultati falsi positivi e quelli falsi negativi. I ricercatori hanno anche scoperto che i diversi test avevano diverse distorsioni:

  • un test aveva una distorsione sull'educazione, in quanto quelli con istruzione superiore avevano maggiori probabilità di essere classificati in modo errato per non avere la demenza e quelli con istruzione inferiore avevano maggiori probabilità di essere classificati in modo errato come affetti da demenza;
  • anche avere un'età avanzata, fare parte di una etnia diversa da quella bianca e vivere in una casa di cura ha portato a classificazioni errate;
  • in tutti i test, la mancanza di informazioni sull'opinione dei familiari o di un amico a proposito della memoria del partecipante ha comportato un aumento del rischio di classificazioni errate.


"Non riuscire a rilevare la demenza può ritardare l'accesso al trattamento e al supporto, mentre i falsi allarmi portano a indagini inutili, causando pressioni sui sistemi di assistenza sanitaria", ha affermato Llewellyn. "Identificare le persone con demenza in modo tempestivo è importante, in particolare quando saranno in funzione nuovi metodi di trattamento. I nostri risultati mostrano che abbiamo disperatamente bisogno di metodi più precisi e meno distorsivi per individuare rapidamente la demenza in clinica".


Una limitazione dello studio era che non sono state esaminate altre 'valutazioni cognitive brevi' nell'uso clinico.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Janice M. Ranson, Elżbieta Kuźma, William Hamilton, Graciela Muniz-Terrera, Kenneth M. Langa, David J. Llewellyn. Predictors of dementia misclassification when using brief cognitive assessments. Neurology®Clinical Practice, 28 Nov 2018, DOI: 10.1212/CPJ.0000000000000566

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)