Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta può spiegare un grande mistero dell'Alzheimer e del Parkinson

Michael McConnellMichael McConnell PhD, ricercatore della University of Virginia.

Gli scienziati della University of Virginia hanno identificato una spiegazione potenziale della morte misteriosa di specifiche cellule cerebrali che avviene nell'Alzheimer, nel Parkinson e in altre malattie neurodegenerative.


La nuova ricerca suggerisce che le cellule potrebbero morire a causa di una variazione genica presente naturalmente nelle cellule cerebrali che, fino a poco tempo fa, si presumevano geneticamente identiche. Questa variazione - chiamata 'mosaicismo somatico' - potrebbe, per esempio, spiegare perché i neuroni nel lobo temporale sono i primi a morire nell'Alzheimer, e quelli dopaminergici nel Parkinson.


"Questa è rimasta una grande questione aperta nelle neuroscienze, in particolare in varie malattie neurodegenerative", ha detto il neuroscienziato Michael McConnell PhD, del Center for Brain Immunology and Glia (BIG) dell'UVA. "Cos'è questa vulnerabilità selettiva? Cosa c'è alla sua base? E così ora, con il nostro lavoro, le ipotesi che ci permettono di andare avanti sono che potrebbe essere che diverse regioni del cervello hanno effettivamente un diverso giardino di queste [variazioni] negli individui giovani e che ciò predispone regioni diverse al declino più avanti nella vita".

 

Una scoperta proprio inaspettata

La scoperta è emersa inaspettatamente dalle indagini di McConnell sulla schizofrenia. E' stato in quel contesto che lui e i suoi collaboratori hanno scoperto per la prima volta l'inattesa variazione nella composizione genetica delle singole cellule cerebrali. Questa scoperta può aiutare a spiegare non solo la schizofrenia, ma anche la depressione, il disturbo bipolare, l'autismo e altre condizioni.


Continuando le sue indagini, McConnell si aspettava che questo mosaicismo sarebbe aumentato con l'età, che le mutazioni si sarebbero accumulate nel tempo. Quello che lui e i suoi collaboratori alla Johns Hopkins hanno trovato è esattamente l'opposto: i giovani avevano più mosaicismo e gli anziani meno.


"Abbiamo finito con il costruire un atlante che conteneva neuroni di 15 individui. Nessuno di questi individui aveva una malattia", ha detto McConnell, dei Dipartimenti di Biochimica e Genetica Molecolare e di Neuroscienze dell'UVA. "Avevano un'età compresa tra meno di 1 e 94 anni, e si è vista una correlazione perfetta - una anti-correlazione perfetta - con l'età".


Sulla base dei risultati, McConnell ritiene che i neuroni con una variazione genetica significativa, chiamati 'neuroni CNV', potrebbero essere i più vulnerabili alla morte. E questo potrebbe spiegare la morte idiosincratica (= reattiva) di specifici neuroni in diverse malattie neurodegenerative. Le persone con il maggior numero di neuroni CNV nel lobo temporale, ad esempio, potrebbero avere più probabilità di sviluppare l'Alzheimer.


C'è ancora molto lavoro da fare per comprendere appieno cosa sta succedendo, ha detto McConnell. Finora, egli ha solo esaminato i neuroni nella corteccia frontale del cervello, e i suoi studi sono limitati dal fatto che i neuroni possono essere esaminati solo dopo la morte, quindi sono difficili i confronti diretti. Ma è entusiasta di ampliare la portata della sua ricerca.


"Poiché sto collaborando con il Lieber Institute e loro hanno questa fantastica banca del cervello, ora posso guardare la corteccia frontale degli individui [per la ricerca sulla schizofrenia] e posso osservare il lobo temporale in quegli stessi individui", ha detto McConnell. "Così ora posso davvero iniziare a mappare le cose con più attenzione, costruendo un atlante di diverse regioni del cervello di molti individui".


Quella ricerca potrebbe far progredire notevolmente la nostra comprensione sia delle malattie neurodegenerative che del declino cognitivo che ci affligge con l'età, portando potenzialmente a nuove terapie.


"La cosa veramente interessante del mosaicismo è che fondamentalmente sta modificando le nostre ipotesi su cosa sia la natura, perché abbiamo sempre pensato che ogni cellula di un dato individuo avesse lo stesso genoma, lo stesso DNA in ogni cellula", ha detto McConnell. "E ora stiamo dimostrando che è diverso e cosa potrebbe implicare".

 

 

 


Fonte: University of Virginia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: William D. Chronister, Ian E. Burbulis, Margaret B. Wierman, Matthew J. Wolpert, Mark F. Haakenson, Aiden C.B. Smith, Joel E. Kleinman, Thomas M. Hyde, Daniel R. Weinberger, Stefan Bekiranov, Michael J. McConnell. Neurons with Complex Karyotypes Are Rare in Aged Human Neocortex. Cell Reports, 22 Jan 2019, DOI: 10.1016/j.celrep.2018.12.107

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.