Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto gene che raddoppia il rischio di varie neurodegenerazioni, compreso l'Alzheimer

Scienziati dell'Istituto HudsonAlpha per la biotecnologia, dell'University of California di San Francisco (UCSF), e dell'University of Alabama di Birmingham (UAB), hanno identificato un nuovo fattore di rischio per diverse malattie neurodegenerative.


“È entusiasmante trovare l'evidenza di un fattore di rischio che contribuisce a più malattie neurodegenerative”, ha detto Richard M. Myers PhD, presidente e direttore scientifico di HudsonAlpha. “Sappiamo già che queste malattie condividono alcune patologie. Questo lavoro mostra che le cause di tali patologie possono anche essere condivise“.


Nello studio, pubblicato dal 23 aprile su The American Journal of Human Genetics, i ricercatori hanno sequenziato e analizzato l'intero genoma di più di 1.100 persone. Essi hanno scoperto che una variante rara nel gene TET2 quasi raddoppia il rischio di sviluppare malattie come il morbo di Alzheimer (MA), la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), e la demenza fronto-temporale (FTD).


“Il progetto non sarebbe stato possibile senza un'ampia collaborazione tra istituzioni”, ha detto il primo autore Nicholas Cochran PhD, scienziato senior del laboratorio di Myers. “Finisci per trovare cose che non puoi trovare lavorando da solo”.


Jennifer Yokoyama PhD, assistente professoressa di neurologia all'UCSF, ha lavorato con Cochran sui dettagli tecnici ed è stata anche la persona di riferimento per la raccolta dei campioni. La maggior parte dei campioni usati per il progetto sono stati raccolti nel corso di decenni all'UCSF Memory and Aging Center e poi sequenziati e analizzati all'HudsonAlpha.


Una volta che il team di ricerca ha avuto i risultati del sequenziamento, hanno analizzato i genomi di 493 persone con MA o con SLA, o con FTD e 671 persone sane. Molti dei pazienti avevano versioni ad esordio precoce della malattia neurodegenerativa, suggerendo che è più probabile che ci fosse una componente genetica nella loro malattia.


Durante l'analisi del genoma, i ricercatori hanno esaminato regioni del genoma sia codificanti che non codificanti, per sequenziare varianti di DNA, una strategia che ha permesso loro di essere più sicuri che eventuali geni estratti fossero quelli giusti:

“Non abbiamo preso in considerazione eventuali sospetti su quello che avremmo potuto ottenere, quindi siamo entusiasti di avere trovato una nuova associazione genetica”, ha detto Cochran.


Il TET2 è particolarmente emozionante perché codifica una proteina che catalizza la demetilazione del DNA. Il lavoro precedente aveva dimostrato che nell'invecchiamento avvengono cambiamenti nella metilazione del DNA, per cui gli autori ipotizzano che le mutazioni nel gene potrebbero portare a una proteina TET2 difettosa che sconvolge il modo in cui il cervello invecchia e contribuisce allo sviluppo di malattie neurodegenerative.


“A volte si ottiene un successo, ed è difficile capire cosa fare, ma il TET2 ha già ruoli stabiliti nel cervello. Quindi questa scoperta ha davvero un senso“, ha spiegato Cochran.


Dopo aver identificato il TET2, la squadra ha esaminato i dati genetici precedentemente generati da più di 32.000 persone sane e da persone con malattie neurodegenerative. Questo dato conferma che le varianti nel TET2, sia nelle regioni codificanti che non codificanti, hanno più probabilità di essere presenti nel genoma delle persone con MA, ALS, o FTD rispetto alle persone senza queste malattie.


I passi successivi si concentreranno sul modo in cui i cambiamenti nei livelli o nella funzione del TET2 potrebbero contribuire all'invecchiamento e alle malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: HudsonAlpha Institute for Biotechnology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nicholas Cochran, Ethan Geier, Luke Bonham, J. Scott Newberry, Michelle Amaral, Michelle Thompson, Brittany Lasseigne, Anna Karydas, Erik Roberson, Gregory Cooper, Gil Rabinovici, Bruce Miller, Richard Myers, Jennifer Yokoyama. Non-Coding and Loss-of-Function Coding Variants in TET2 are Associated with Multiple Neurodegenerative Diseases. The American Journal of Human Genetics, 23 Apr 2020 DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.