Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sono le perdite nella barriera emato-encefalica a peggiorare la memoria?

MIT Blood Brain Barrier

Hai dimenticato dove hai messo le chiavi? Ti sei mai chiesto dove avevi parcheggiato l'auto? O hai avuto problemi a ricordare il nome del nuovo vicino? Sfortunatamente, queste cose sembrano peggiorare quando si invecchia. Una grande domanda per i ricercatori è dove finisce la dimenticanza benigna e inizia la vera malattia.


Una delle chiavi per avere un cervello sano a qualsiasi età è avere una barriera emato-encefalica (BBB, brain-blood barrier) sana, un'interfaccia complessa di vasi sanguigni presente in tutto il cervello. Dei ricercatori hanno rivisto più di 150 studi per capire ciò che accade alla BBB mentre invecchiamo. Le loro scoperte sono state pubblicate il ​​15 marzo su Nature Aging.


Che i cambiamenti alla BBB alterino la funzione cerebrale è ancora materia di dibattito. Ma la ricerca dimostra che la BBB diventa permeabile mentre invecchiamo, e perdiamo le cellule chiamate periciti.


"Sappiamo molto poco come invecchia la BBB", ha affermato il primo autore William Banks, ricercatore in gerontologia dell'Università di Washington e del Veterans Affairs Puget Sound Health Care System. "È spesso difficile distinguere il normale invecchiamento dalla malattia precoce".


La BBB, scoperta alla fine del 1800, impedisce l'entrata non regolata di sostanze, attraverso il sangue, nel cervello, un organo particolarmente sensibile che non può tollerare l'esposizione diretta a molte delle sostanze presenti nel sangue. Gli scienziati capiscono sempre di più che la BBB consente anche a molte sostanze di entrare nel cervello in modo regolamentato, per soddisfare le esigenze nutrizionali del cervello. Essa trasporta anche molecole informative dal sangue al cervello e pompa fuori dal cervello le tossine. Una BBB mal funzionante può contribuire a malattie come la sclerosi multipla, il diabete e il morbo di Alzheimer (MA).


Prima che gli scienziati possano capire come tale malfunzionamento può contribuire alle malattie dell'invecchiamento, devono capire come invecchia di norma la BBB. La ricerca mostra che gli individui sani invecchiando hanno una perdita molto piccola nella BBB. Questa perdita è associata a alcuni valori di dimenticanza benigna dell'invecchiamento, considerato normale dalla maggior parte degli scienziati.


Ma questa perdita e le difficoltà di richiamo dei ricordi potrebbero essere le prime fasi del MA? Quando una persona è portatrice dell'allele ApoE4, il fattore di rischio genetico più forte del MA, secondo i ricercatori c'è un'accelerazione della maggior parte dei cambiamenti relativi all'età della BBB. Le persone con ApoE4 hanno difficoltà a eliminare dal cervello il peptide amiloide-beta, che provoca un accumulo di placca. Nell'invecchiamento sano, le pompe nella BBB lavorano in modo meno efficiente per liberarsi del peptide amiloide-beta. Le pompe funzionano ancora peggio nelle persone con MA.


Un'altra scoperta cruciale della revisione è che mentre invecchiamo, nella BBB due cellule cominciano a cambiare: periciti e astrociti. I lavori recenti suggeriscono che le perdite nella BBB, che avvengono con il MA possono essere dovute a una perdita relativa all'età di periciti. Gli astrociti, al contrario, sembrano essere iperattivi. Un lavoro recente suggerisce che preservare la funzione dei periciti, aumentando i fattori che essi secernono, o addirittura trapiantandoli, potrebbe portare a una BBB più sana.


Alcune ricerche suggeriscono che la salute dei periciti può essere conservata da alcuni degli stessi interventi che estendono la durata della vita, come l'esercizio fisico regolare, la restrizione calorica e la rapamicina.


Altre scoperte sollevano la domanda se la fonte di alimentazione del cervello e la sua presa sul controllo dei sistemi immunitari e endocrini possono deteriorarsi con l'invecchiamento. Un'altra scoperta solleva la possibilità che il tasso in cui sono assorbiti molti farmaci dal cervello può spiegare perché le persone più anziane a volte abbiano una sensibilità diversa ai farmaci rispetto ai loro figli o nipoti.

 

 

 


Fonte: University of Washington (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: William Banks, May Reed, Aric Logsdon, Elizabeth Rhea, Michelle Erickson. Healthy aging and the blood–brain barrier. Nature Aging, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.