"Quell'uomo mi sta guardando. Non ho idea di chi sia", dice Greg, guardando sopra la spalla verso un uomo seduto pochi tavoli più lontano. Il patio all'aperto in una caffetteria di Orleans nel Massachusetts è mezzo vuoto. È primo pomeriggio di un giovedì.
Qualche minuto prima, l'uomo misterioso era passato accanto e ha salutato Greg. Ora, mentre Greg lo guarda, sorride. "Mi ha dato un grande abbraccio, ha messo il braccio intorno a me. Ovviamente lo conosco da 20 anni", dice Greg, con voce bassa. "E' seduto sui gradini e mi aspetta, mi sta aspettando. Mi perseguita".
A un certo livello, sa che non è un timore razionale. Seduto fuori, a pochi minuti dalla sua casa in una giornata di primavera, Greg O'Brien non è in pericolo. Ma è un uomo senza una mappa, in un mare di informazioni apparentemente casuali che non ha alcun contesto o modo di ordinarsi nella sua mente.
E così, invece di avere una reazione razionale a un uomo che lo saluta, Greg si preoccupa di essere osservato da un potenziale assassino.
Nell'Alzheimer, "il tuo cervello non può più regolare come quello che senti e vedi in un dato momento è integrato in una mappa del mondo", spiega Tanzi. "La paranoia arriva perché vivi realmente nei sensi cose che stanno accadendo solo nella tua mente".
Ma, in qualche modo, Greg è ancora lo scrittore e padre socievole di tre figli che frustravano la sua famiglia con chiacchiere senza fine quando uscivano a mangiare. Ora, quella parte della sua personalità fende la paranoia e lui si alza e va verso lo straniero.
E questo, dice Tanzi, è assolutamente il modo migliore per reagire all'Alzheimer. "Greg è assolutamente un isolato", dice (i due si sono incontrati al Cure Alzheimer's Fund di Boston). "Avere la motivazione, l'incentivo e la spinta ogni giorno per dire: «Guarda, ho una malattia, è progressiva e continuerà a peggiorare, ma ho la possibilità ogni giorno di cercare di combatterla». Avere quel senso di scopo letteralmente accende la corteccia frontale", spiega. "Ti dà significato, scopo e auto-consapevolezza, è coraggioso".
Greg si avvicina all'uomo del mistero. "Ciao, sono Greg O'Brien. Ci conosciamo?" Sì, risponde lo sconosciuto dolcemente. È un vecchio amico, un collega da quando Greg lavorava al giornale The Cape Codder. Conosce Greg da più di 20 anni. Oggi è un confidente frequente, anche se per lo più per posta elettronica, dice.
Egli ringrazia Greg per l'aiuto e il sostegno con la madre anziana che sta subendo perdite di memoria. E si siedono e chiacchierano, come i vecchi amici che sono.
Fonte: Rebecca Hersher in NPR (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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