Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule a difesa del cervello vivono più di quanto si credeva, ma ...

Cellule a difesa del cervello vivono più di quanto si credeva, ma ...Gli scienziati hanno marcato singole microglia (una è visibile in giallo), per differenziarle dalle altre (in verde) e seguirle in vivo per tutta la loro vita. (Copyright: Petra Füger, 2017)Eliminare patogeni e rifiuti cellulari: questo è un compito importante delle cellule microglia, le cellule immunitarie del cervello.


Esse appartengono al gruppo di cellule cerebrali non neurali che danno supporto alla normale funzione delle cellule nervose.


Un nuovo studio nei topi mostra ora che queste cellule di pulizia possono vivere quanto i roditori stessi. La nuova ricerca viene da scienziati dell'Hertie Institute for Clinical Brain Research dell'Università di Tübingen e del Centro tedesco per le malattie neurodegenerative (DZNE).


In una pubblicazione anticipata online della rivista Nature Neuroscience gli scienziati hanno seguito in vivo delle singole cellule microglia al microscopio. La durata inaspettata di vita delle microglia indica le funzioni di queste cellule: "La loro longevità consente loro di imparare e di invecchiare", spiega il professor Dr. Mathias Jucker. "Questo può consentire loro di formare una memoria immunologica e di contribuire allo sviluppo di malattie neurodegenerative".


Fino ad ora non era chiaro se le cellule microglia potessero creare una memoria degli agenti patogeni, simile a quella sviluppata dalle cellule immunitarie nel resto del corpo. Questa funzione assicura un'attivazione più rapida ed efficiente delle cellule difensive quando avviene un secondo contatto.


"Se le cellule microglia vivessero solo brevemente, una memoria immunologica non avrebbe molto senso. Ora che sappiamo che questo non è il caso, l'idea diventa proprio concepibile", dice il coautore Dr. Angelos Skodras. Infatti, ci sono prime indicazioni che una stimolazione precoce del sistema immunitario del cervello cambia permanentemente l'attività delle cellule microglia.


Oltre a questo compito, si sospetta da tempo che le microglia abbiano un ruolo nello sviluppo di malattie neurologiche legate all'età. "Una scoperta stupefacente negli ultimi anni è che la maggior parte dei fattori di rischio dell'Alzheimer riflette dei cambiamenti nei geni attivi delle cellule di microglia", dice Jucker. Non è ancora chiaro come le cellule contribuiscono allo sviluppo della malattia, e tuttavia "L'invecchiamento e la senescenza delle microglia possono avere un ruolo: questo richiede una lunga vita delle cellule".


Nel cervello sano il numero di microglia rimane più o meno costante. Tuttavia, fino ad ora gli scienziati hanno dibattuto se le microglia sono cellule di breve durata che proliferano rapidamente, o se sono cellule di lunga vita che si dividono raramente. Le misurazioni precedenti sono state solo indirette e hanno portato a risultati contraddittori.


In questo studio, la prima autrice Dr. Petra Füger ha marcato geneticamente delle singole microglia nei topi e ha osservato direttamente il ricambio di queste cellule usando la scansione a 2 fotoni per molti mesi nel cervello del topo. "Poiché l'esito era completamente aperto, c'era una scommessa nel dipartimento, con previsioni che variavano da un paio di mesi a più di un anno", ricorda Jucker.


Alla fine, metà delle cellule studiate ha mostrato una durata calcolata fino a 28 mesi, che corrisponde alla durata di vita del topo. "Con questo studio siamo finalmente riusciti a dimostrare la longevità delle microglia", concludono gli autori.

 

 

 


Fonte: Universitaet Tübingen (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Füger et al. Microglia turnover with aging and in an Alzheimer´s model via long-term in vivo single-cell imaging. Nature Neuroscience, August 2017 DOI: 10.1038/nn.4631

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)