Terry Pratchett, l'autore di Discworld, ha combattuto la malattia pubblicamente per tre anni e parla del suo sostegno alla legalizzazione della morte assistita.
Come parte della sua cura, il 62enne è in cura dal professor Roy Jones, direttore dell'Istituto di ricerca per la cura degli anziani (RICE) a Bath. Incontra il professore una volta ogni sei mesi per discutere di come sta evolvendo la malattia e della sua capacità di vivere una vita normale.
"Insisto a sottolineare a Roy che il brandy è nella farmacopea britannica," ha detto Sir Terry alla rivista Times. "Così come la birra e il cherry, credo. Bevo moltissimo. Mi fa sentire meglio e sentirsi meglio è parte delle cura. "
Il Prof Jones ha assecondato le abitudini dello scrittore: "L'alcol, se moderato, è una delle cose che dovremmo probabilmente consigliare alle persone in questa situazione. In generale, ciò che è buono per il cuore è buono per il cervello".
Sir Terry Pratchett soffre di atrofia corticale posteriore (PCA) - un tipo di morbo di Alzheimer che colpisce la parte posteriore del cervello - piuttosto che la forma più comune che attacca la parte anteriore del cervello e della memoria. Mentre è in grado di allacciarsi le scarpe e il abbottonarsi la camicia, non riesce a capire come risolvere il problema se i suoi jeans hanno una rovesciata all'interno. "Sarebbe come un cubo di Rubik per me", ha detto. "Non posso scrivere il mio nome ... Beh, posso, ma lo farei come quello di un direttore di una ditta media."
Siccome il morbo di Alzheimer è attualmente incurabile, Sir Terry riceve un sacco di consigli e suggerimenti medici dai fan di tutto il mondo. La maggior parte di essi viene ignorata, ma ogni tanto passa una potenziale cura al Prof Jones. "Se pensiamo che ci possa essere qualcosa di buone tra questi, abbiamo il dovere di dedicare un pò di attenzione," ha detto il professore. "Ma noi vogliamo vedere i risultati, piuttosto che lo sfruttamento di Terry."
Terry Pratchett consegna una petizione a Downing Street nel 2008, per chiedere un aumento della ricerca per l'Alzheimer.
Foto: Heathcliff O'Malley
The Telegraph, 12 novembre 2010