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Consigli sul sonno per chi ha una demenza e per il caregiver

"Sono più che stanca; sono esausta", scrive Janet parlando della vita con il marito, che ha la demenza. "Lui non dorme in modo regolare, quindi neanch'io posso farlo. Alcune notti, resto sveglia, aspettando che si alzi. Sono terrorizzata che riesca a lasciare la casa".

La demenza rende difficile dormire. La rivista Geriatrics nel 2009 ha pubblicato uno studio che ha scoperto che dal 35 al 70% delle persone affette da demenza sperimentano insonnia. Altre ricerche, della Harvard Medical School e dell'Alzheimer's Association, confermano che le persone con demenza si svegliano più spesso e sperimentano meno sonno REM rispetto a quelli senza. Il Dr. Peter Rabins, co-autore di 'The 36-Hour Day', un libro sull'assistenza alla demenza, attribuisce i disturbi del sonno a:

  • mancanza di esercizio;
  • sonnellini diurni;
  • danni all'«orologio interno» del cervello;
  • sogni inquietanti;
  • (altri esperti aggiungono il guardare un qualsiasi tipo di schermo al momento di coricarsi).

Provare varie soluzioni per l'insonnia, dando al nuovo approccio una settimana o due per funzionare.

  • Usare una routine quotidiana per l'esercizio, per le attività e per andare a dormire; limitare i sonnellini a 30 minuti in totale.
  • Uscire alla mattina per svegliare il corpo e la mente; fare una breve passeggiata, la luce del sole rafforza il 'tempo diurno'.
  • Creare un rituale di andare a dormire, che incorpora spuntino, lettura, preghiera o musica rilassante.
  • Fare esercizio per almeno 30 minuti al giorno; provare ballo, cammino, tai chi o yoga (il medico può raccomandare delle alternative se la mobilità è un problema).
  • Chiedere al medico se i farmaci potrebbero causare insonnia o sonnolenza diurna; chiedere cambiamenti nei farmaci o quando prenderli, forse un farmaco che provoca sonnolenza potrebbe essere preso in serata.
  • Evitare la caffeina dopo metà mattina: una tazza di tè alle 4 del pomeriggio può svegliarci completamente alle 4 del mattino.

Aiuta il tuo amato a tornare a letto presto. Ricordagli con tranquillità che è ancora notte e dovrebbe essere a letto. Usare illuminazione notturna nel corridoio e nel bagno per ridurre la probabilità che si perda.

Offrire un spuntino leggero a basso contenuto di grassi prima di coricarsi. Proteine, sali minerali (calcio, magnesio, potassio) e sostanze chimiche naturali (triptofano, melatonina) favoriscono il sonno:

  • yogurt leggermente addolcito con ciliegie;
  • un muffin o piccolo dolce, a base di cereali integrali, mandorle, banane;
  • camomilla o latte freddo (una sola porzione);
  • fonti di proteine (latte, yogurt, arachidi, mandorle, edamame, uovo sodo);
  • frutta ricca di minerali (ciliegie, datteri, banane, uva, kiwi).

Parla con il medico dei farmaci. Il Dr. Rabins definisce 'strumenti utili' i farmaci sedativi del sonno, ma ammonisce che hanno un costo: essi influenzano la chimica del cervello e possono dare vertigini e inclinazione a cadere. Altri effetti collaterali includono sonnolenza diurna, incontinenza e confusione. E potrebbero anche non funzionare. Il National Institutes of Health, dice che la melatonina (un ormone) può essere utile per l'insonnia. Si ritiene che i farmaci anticolinergici (esempio il Benadryl) riducano il funzionamento cognitivo.

Per il caregiver, lo stress dell'assistenza può indurre lo sviluppo di insonnia o depressione. Chiedi alla famiglia, agli amici, o a un caregiver professionale, di rimanere con la persona cara, mentre ti riposi. Lascia al tuo caro almeno due settimane per adattarsi alla nuova situazione.

Potrebbe essere necessario più tempo per tornare alle abitudini precedenti di sonno. Consultare un medico se una combinazione tra buona routine ed esercizio fisico non aiuta a dormire dopo un mese. Sia l'insonnia che la depressione a lungo termine sono condizioni gravi che richiedono cure mediche.

I caregiver familiari possono essere supereroi, ma hanno comunque bisogno di riposo.

 

 

 


Fonte: Lee Nyberg in JournalStar.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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