Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La cura dell'Alzheimer potrebbe essere in un verme

Perché invecchiamo? La tecnologia sviluppata dai ricercatori dell'Università del Texas di Austin potrebbe ridurre significativamente i tempi e i costi per trovare una cura per l'Alzheimer e aiutare a rispondere ad uno delle più grandi questioni biologiche: perché invecchiamo?

La ricerca, guidata dal Professore associato Adela Ben-Yakar della Cockrell School of Engineering e dall'assistente Professore Jon Pierce-Shimomura della Facolta' di Scienze Naturali, mira a prevenire la degenerazione del sistema nervoso, che si verifica con l'invecchiamento naturale e con malattie come l'Alzheimer.

La degenerazione è diventata un problema diffuso e crescente nel secolo scorso a causa di nuovi trattamenti che estendono la durata della vita, ma non possono prevenire il declino neurologico. Solo quest'anno, 5,4 milioni di americani vivono con l'Alzheimer, e ogni 69 secondi un altro americano sviluppa la malattia, secondo l'Associazione Alzheimer. Il peso della malattia si estende al di là di quelli che vivono con essa; impatta sulle loro famiglie, sui catetakers e sulla società, che pagherà 183 miliardi di dollari quest'anno, per prendersi cura di persone affette da Alzheimer.

"Siamo in grado di curare il cancro quando è diagnosticato in tempo e magari troviamo soluzioni per problemi di cuore, ma quando si tratta di cervello non abbiamo molte soluzioni efficaci", ha detto Ben-Yakar, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica. "[La neurodegenerazione] è un grosso problema per tutta l'umanità. In qualità di ingegnere, mi eccita trovare nuovi modi di fare le cose, ma il risultato finale è ciò che motiva veramente me e il mio collega".

Ben-Yakar e Pierce-Shimomura hanno ricevuto 3 milioni di dollari dal Transformative Research Projects Award dei National Institutes of Health (NIH) per le loro ricerche.

[...]

Le risposte potrebbero essere in un verme

Molte malattie neurologiche, come l'Alzheimer, possono essere causate dal funzionamento misteriosamente difettoso di proteine neuronali, che non sono ancora comprese nella comunità scientifica. A causa di questo, gli scienziati non sanno come si sviluppano le malattie neurologiche, che cosa causa la loro progressione o come fermarle. Anche la ragione stessa per l'invecchiamento resta ignota.

"Non sappiamo il vero motivo per cui dovremmo invecchiare. Fondamentalmente, alcune parti del corpo si stanno spegnendo lentamente o bruscamente" ha dettoBen-Yakar. "Quindi quali cose possono interferire con questo percorso, quello naturale o quello biologico, per farci capire il meccanismo? La risposta ci darà la visione e, poi ci aiuterà a sviluppare tecniche per proteggere i nostri neuroni in modo da poter vivere più a lungo una vita più sana". Per comprendere l'invecchiamento e lo sviluppo di malattie degenerative è necessaria una nuova tecnologia che ci faccia capire come vengono distribuite le proteine neuronali sul sistema nervoso nel corso del tempo, e come specifici neuroni degenerano e sono malformati con l'età.

Una seconda enorme barriera per prevenire o curare malattie come l'Alzheimer è la quantità di tempo necessaria per identificare i farmaci che agiscono in modo efficace. Tipicamente, i farmaci sono testati sui topi; un processo che è costoso e richiede da uno a due anni perche i topi invecchino, mentre si testano solo poche decine di farmaci alla volta.

Con la sovvenzione dei NIH, Ben-Yakar, Pierce-Shimomura e un team di studenti mirano ad eliminare entrambi gli ostacoli, attraverso lo sviluppo di un sistema automatizzato che riduce rapidamente i tempi e i costi dei test antidroga. Invece dei topi, i ricercatori useranno un verme corto, 1 mm di lunghezza, noto come C.elegans, per testare l'efficacia di milioni di farmaci. Pur avendo solo 302 neuroni in confronto ai miliardi di neuroni nel cervello umano, i vermi hanno un patrimonio genetico simile agli esseri umani - che li rende un test importante per i farmaci.

I ricercatori del laboratorio di Pierce-Shimomura hanno progettato un nuovo ceppo di verme che sviluppa l'Alzheimer. Proprio come negli esseri umani, un sottoinsieme del cervello del verme degenera nella "mezza età" - che avviene convenientemente solo a 5 giorni di età nei piccoli vermi. I neuroni morenti possono essere visualizzati facilmente attraverso il corpo trasparente. I ricercatori hanno recentemente scoperto che i farmaci candidati per il trattamento dell'Alzheimer umano, prevengono anche la morte dei neuroni nel loro verme modello. Questo risultato costituisce la base per utilizzare il loro modello per cercare nuovi farmaci che possono ritardare o prevenire la neurodegenerazione negli esseri umani.

Spetterà a Ben-Yakar sviluppare le nuove tecniche e i dispositivi ottici di microfluidica in grado di determinare - in pochi secondi - se i farmaci sono efficaci nel riparare o rigenerare i neuroni all'interno del verme. Ben-Yakar (le cui gesta ingegneristiche includono già lo sviluppo di un preciso raggio laser per la nanochirurgia per gli studi di rigenerazione nervosa nel C. elegans e il primo laser microbisturi in grado di rimuovere le cellule cancerose senza danneggiare le cellule vicine) ha detto che i vermi saranno modificati geneticamente per avere neuroni codificati a colore con sonde fluorescenti. I neuroni nel verme che emettono un forte segnale fluorescente indicheranno se quei neuroni specifici del verme sono sani e che il farmaco testato è funzionante.

"Utilizzare il sistema di microfluidica Adela, che automatizza il monitoraggio del sistema nervoso, ci consente di verificare milioni di farmaci candidati per prevenire o ritardare la neurodegenerazione", ha detto Pierce-Shimomura, professore assistente alla Sezione di Neurobiologia. "Una analisi di farmaci di queste dimensioni non è mai stata tentata".

[...]

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.


Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 17 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)