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Isolamento sociale collegato a volume minore del cervello

Le persone anziane che hanno pochi contatti sociali con gli altri possono avere maggiori probabilità di avere una perdita del volume del cervello, nel complesso e nelle aree colpite dalla demenza, rispetto alle persone con contatti sociali più frequenti.


Lo studio che l'ha scoperto, pubblicato il 12 luglio 2023 su Neurology®, non dimostra che l'isolamento sociale provoca il restringimento del cervello, mostra solo un'associazione.


"L'isolamento sociale è un problema crescente per gli anziani", ha affermato l'autore senior dello studio Toshiharu Ninomiya MD/PhD, dell'Università Kyushu di Fukuoka, in Giappone. "Questi risultati suggeriscono che fornire supporto alle persone per aiutarli a iniziare e a mantenere le loro connessioni con gli altri può essere utile per prevenire l'atrofia cerebrale e lo sviluppo della demenza".


Lo studio ha coinvolto 8.896 persone con un'età media di 73 anni che non avevano demenza e che hanno avuto scansioni cerebrali MRI ed esami sanitari. Per determinare il contatto sociale, è stata posta ai partecipanti una domanda: quanto spesso sei in contatto con parenti o amici che non vivono con te (ad esempio, incontrandoli o parlando al telefono)? Le scelte per rispondere erano ogni giorno, più volte alla settimana, più volte al mese e raramente.


I ricercatori hanno tenuto conto di altri fattori che potrebbero influenzare il volume del cervello, come età, diabete, fumo ed esercizio fisico.


Le persone con meno contatti sociali avevano un volume cerebrale complessivo che era significativamente inferiore rispetto a quelle con più contatti sociali. Il volume totale del cervello (somma di materia bianca e grigia), come percentuale del volume intracranico totale (volume all'interno del cranio, incluso il cervello, le meningi e il liquido cerebrospinale), era del 67,3% nel gruppo con meno contatti, rispetto al 67,8% nel gruppo di maggiori contatti.


Le persone con meno contatti sociali avevano anche volumi più bassi nelle aree del cervello come l'ippocampo e l'amigdala che hanno un ruolo nella memoria e sono influenzati dalla demenza.


E in più avevano un numero maggiore di piccole aree di danno nel cervello, chiamate 'lesioni della materia bianca', rispetto alle persone con contatti sociali frequenti. La percentuale di volume intracranico costituito da lesioni della materia bianca era 0,30 per il gruppo socialmente isolato, rispetto a 0,26 per il gruppo più connesso socialmente.


I ricercatori hanno scoperto che i sintomi della depressione potevano spiegare in parte la relazione tra isolamento sociale e volume del cervello. Tuttavia, i sintomi della depressione rappresentavano solo dal 15% al 29% dell'associazione.


“Sebbene questo studio sia un'istantanea nel tempo e non determini che l'isolamento sociale provoca l'atrofia cerebrale, alcuni studi hanno dimostrato che l'esposizione delle persone anziane a gruppi socialmente stimolanti ha fermato, o addirittura invertito, il calo del volume del cervello e ha migliorato il pensiero e le capacità di memoria. Quindi è possibile che gli interventi per migliorare l'isolamento sociale possano prevenire la perdita del volume del cervello e la demenza che spesso segue”
, ha affermato Ninomiya.


Dal momento che lo studio ha coinvolto solo anziani giapponesi, una limitazione è che i risultati potrebbero non essere generalizzabili alle persone di altre etnie e a quelle più giovani.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • N Hirabayashi, [+14], T Ninomiya. Association Between Frequency of Social Contact and Brain Atrophy in Community-Dwelling Older People Without Dementia: The JPSC-AD Study. Neurology, 12 July 2023, DOI
  • AE Walter, D Sandsmark. The Importance of Social Contact on Brain Atrophy among Older Individuals. Neurology, 2023, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



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