Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il bene supera il male nella determinazione genetica dell'Alzheimer

Christchurch new zealand new regent streetStrada di Chrustchurch in Nuova Zelanda, città che ha dato il nome a una variante dell'ApoE che protegge dall'Alzheimer.

Dei ricercatori dei Gladstone Institutes di San Francisco hanno scoperto che una rara variante genetica chiamata 'mutazione Christchurch' può bloccare gli effetti dannosi dell'apolipoproteina E4, il fattore di rischio più consolidato per la forma più comune del morbo di Alzheimer (MA).

Il gene apolipoproteina E (ApoE) è noto da tempo per influire sul rischio di MA attraverso le sue tre varianti principali: E2 (basso rischio), E3 (rischio intermedio) ed E4 (rischio elevato). Di recente, un cambiamento genetico in questo gene, la 'mutazione Christchurch', è stata identificata in una donna che non ha sviluppato il MA, anche se aveva ereditato un altro gene che provoca una forma molto rara ma altamente aggressiva della malattia, suscitando la possibilità che la mutazione Christchurch possa proteggere dal MA.

Ora, dei ricercatori dei Gladstone hanno studiato se la mutazione Christchurch può proteggere dagli effetti dannosi anche dell'ApoE4, che è un importante fattore di rischio per la forma più comune del MA. Essi hanno scoperto che inserire la mutazione Christchurch nel gene ApoE4 riduce l'accumulo di proteina tau dipendente da ApoE4, la neuroinfiammazione e la neurodegenerazione in modelli animali di MA.

"È davvero entusiasmante che la mutazione Christchurch possa portare a una protezione così ampia", afferma Yadong Huang MD/PhD, investigatore dei Gladstone e autore senior del nuovo studio pubblicato in Nature Neuroscience. "Apre le porte a nuovi interventi terapeutici che potrebbero imitare gli effetti benefici di questa mutazione".

 

Genetica complessa

Nel 2019, i ricercatori sono venuti a conoscenza della donna residente vicino a Medellin, in Colombia, che è sfuggita al destino della sua famiglia: il MA ad esordio precoce. Lei e molti della sua famiglia allargata erano portatori di una variante del gene PSEN1 che provoca una forma rara ma molto aggressiva di MA ad esordio precoce.

Tuttavia, era anche portatrice di un'altra mutazione: un piccolo cambiamento nel gene ApoE noto come mutazione Christchurch. La stessa mutazione era stata identificata decenni prima in una famiglia di Christchurch, in Nuova Zelanda, e ha dimostrato di avere un impatto sui livelli di colesterolo e sulle malattie cardiache.

"Sembrava probabile che questa donna fosse protetta dal MA ad esordio precoce a causa della mutazione Christchurch dell'ApoE", afferma Huang, che è anche direttore del Center for Translational Advancement dei Gladstone e professore di neurologia e patologia all'Università della California di San Francisco. "Ci siamo immediatamente chiesti se questa mutazione potesse anche proteggere dal MA ad esordio tardivo, che costituisce la stragrande maggioranza dei casi della malattia".

Il laboratorio di Huang aveva già studiato l'impatto dell'ApoE4 sulle cellule cerebrali e aveva sviluppato ceppi di topi, i cui geni ApoE erano stati sostituiti con geni ApoE umani, e che producono anche la proteina tau umana, che si accumula nel cervello durante l'invecchiamento e nel MA.

Maxine Nelson PhD, ex dottoranda del laboratorio di Huang e prima autrice del nuovo studio, e i suoi collaboratori, hanno ulteriormente modificato quei ceppi di topi perché avessero anche la mutazione Christchurch. Hanno anche usato l'editing genetico CRISPR per alterare il gene ApoE4 nelle cellule staminali pluripotenti indotte dall'uomo, che erano state generate dalle cellule del sangue di un paziente di MA e quindi sviluppate in neuroni maturi in un piatto.

"È stato sorprendente poter riunire tutte queste tecnologie per rispondere a una domanda che aveva implicazioni significative sia per la ricerca che per i pazienti", afferma la Nelson.

 

Protezione ampia

Nei topi portatori dei geni ApoE4 e tau umana, ma senza la mutazione Christchurch, i ricercatori hanno visto molti dei segni previsti del MA: accumulo di proteine tau nei neuroni, aumento dei livelli di neuroinfiammazione nel cervello e maggiore diffusione delle cellule immunitarie (microglia) associate alla malattia.

Sorprendentemente, l'introduzione della mutazione Christchurch in questi modelli di topo ha impedito o ridotto marcatamente queste anomalie. Confrontando i neuroni umani che hanno prodotto ApoE4 con o senza la mutazione Christchurch nella coltura cellulare, i ricercatori hanno identificato i meccanismi molecolari che potrebbero contribuire agli effetti benefici della mutazione nel cervello.

Questi meccanismi sono legati al trasferimento di tau dall'esterno all'interno dei neuroni, che potrebbe contribuire alle menomazioni neuronali del MA. Questo trasferimento, o assorbimento, di tau è mediato da molecole della superficie cellulare chiamate 'proteoglicani di eparan solfato' (HSPG, heparan sulfate proteoglycans) e, a quanto pare, è fortemente influenzato dall'ApoE e dalla mutazione Christchurch.

Che l'ApoE interagisca con l'HSPG è stato dimostrato 30 anni fa dall'investigatore dei Gladstone Robert Mahley MD/PhD, che è coautore dello studio appena pubblicato, nel quale gli scienziati hanno scoperto che la mutazione Christchurch riduce fortemente la capacità di ApoE4 di legare gli HSPG e che questo effetto porta a una marcata riduzione dell'assorbimento di tau neuronale.

"I risultati suggeriscono che il blocco dell'interazione tra ApoE4 e HSPG potrebbe aiutare a trattare o prevenire il MA nelle persone con il gene ApoE4", afferma Huang. “Ciò potrebbe essere realizzato con farmaci a piccole molecole, con anticorpi monoclonali o con terapia genica. Tuttavia, serve più lavoro prima che tali trattamenti possano essere sviluppati e testati".

 

 

 


Fonte: Gladstone Institutes (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MR Nelson, [+20], Y Huang. The ApoE-R136S mutation protects against APOE4-driven Tau pathology, neurodegeneration and neuroinflammation. Nat Neurosci, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.