Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esperimento clinico mostra che la cannabis sintetica riduce l'agitazione dell'Alzheimer

old patient with family member Image by freepik.com

In uno studio condotto alla Johns Hopkins University e alla Tufts University, dei ricercatori mostrano che una forma in pillola del farmaco dronabinolo, una versione sintetica approvata dalla FDA del principale ingrediente della marijuana, riduce in media del 30% l'agitazione nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA).


I ricercatori affermano che, rispetto agli attuali trattamenti per l'agitazione, come gli antipsicotici, il dronabinolo ha effetti calmanti simili senza esiti avversi come delirio o convulsioni. I risultati dell'esperimento clinico di 8 anni sono stati presentati il 26 settembre alla Conferenza Internazionale della Psycogeriatric Association a Buenos Aires / Argentina.


"Questi nuovi risultati rappresentano otto anni di lavoro dedicati alle persone con MA e ai loro caregiver", afferma Paul Rosenberg MD, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Johns Hopkins University  e coautore senior di questo studio. "L'agitazione è uno dei sintomi più angoscianti della demenza di MA e siamo lieti di fare progressi positivi nel trattamento di questi pazienti".


Il MA è la malattia neurodegenerativa più comune negli Stati Uniti, con circa 6,7 ​​milioni di casi over-65, secondo i National Institutes of Health. Si prevede che questo numero crescerà a 13,8 milioni entro il 2060. L'agitazione è difficile da gestire. È definita come eccesso di attività motoria (stimolazione o movimenti ripetitivi), aggressività verbale e/o fisica. Si stima che il 40% delle persone con MA sviluppi agitazione.


Sebbene a volte l'agitazione lieve possa essere moderata dall'intervento comportamentale, nei casi da moderati a gravi in genere è necessaria una qualche forma di farmaco per gestire i sintomi e fornire sollievo ai caregiver.


"È l'agitazione, non la perdita di memoria, che spesso spinge le persone con demenza al Pronto Soccorso e alle strutture di assistenza a lungo termine", afferma Brent Forester MD, psichiatra, presidente del Dipartimento di Psichiatria della Tufts e coautore senior dello studio. "Il dronabinolo ha il potenziale sia di ridurre i costi sanitari che di avere un impatto importante e positivo sulla salute mentale e fisica dei caregiver".


Nel nuovo studio, i ricercatori hanno reclutato 75 pazienti con grave agitazione di MA in 5 siti clinici, inclusi 35 ammessi al Johns Hopkins Hospital tra marzo 2017 e maggio 2024. Per qualificarsi, i pazienti dovevano avere una diagnosi clinica formale di MA e mostrare al momento almeno un sintomo importante di agitazione da almeno due settimane. Prima del trattamento, i pazienti sono stati testati per l'agitazione usando la Pittsburgh Agitation Scale (PAS) e la Neuropsychiatric Inventory Agitation/Aggression subscale (NPI-C)..


La PAS classifica l'agitazione da 0 (nessuna) a 4 (massima), mentre l'NPI-C fornisce una breve valutazione di sintomi neuropsichiatrici che includono deliri, allucinazioni, ansia/depressione e altri fattori. All'inizio dell'esperimento sono stati acquisiti dai caregiver i punteggi di base, poi i partecipanti sono stati divisi in modo casuale per ottenere 5 milligrammi di dronabinolo oppure un placebo, entrambi in forma di pillola, due volte al giorno per tre settimane, e quindi ritestati con PAS e NPI-C.


I risultati del gruppo dronabinolo avevano un valore iniziale medio di 9,68 e un valore finale di 7,26 dopo tre settimane, una riduzione del 30% rispetto ai punteggi nel gruppo placebo che non è cambiato. Inoltre, il dronabinolo è stato ben tollerato dai pazienti rispetto agli attuali trattamenti per l'agitazione.


“Risultati come questo sono incoraggianti. Siamo entusiasti del fatto che il dronabinolo, approvato dalla FDA, sia stato solidamente efficace e sia apparso sicuro per il trattamento dell'agitazione", afferma Rosenberg. "Questo aggiunge un altro strumento nei nostri sforzi per migliorare la cura dei nostri cari con MA".


I ricercatori hanno pianificato studi a lungo termine sul dronabinolo per il MA, con un campione più grande, e sperano anche di continuare a esplorare altri modi in cui la cannabis medica può dare benefici sia ai pazienti che ai caregiver.


Il dronabinolo è una forma sintetica di THC, l'ingrediente principale psicoattivo nella cannabis (marijuana). Il farmaco è stato approvato nel 1985 dalla FDA americana per trattare la perdita di appetito nei pazienti con HIV/AIDS ed è attualmente prescritto per trattare la nausea e il vomito in coloro che sono sottoposti a chemioterapia del cancro.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)