Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Decifrato parte del processo degenerativo che conduce all'Alzheimer

Un gruppo di ricerca guidato dal Dr. A. Claudio Cuello del Dipartimento di farmacologia e terapia della Facoltà di Medicina alla McGill University, ha scoperto un processo critico per comprendere la degenerazione delle cellule cerebrali sensibili all'Alzheimer (AD).

Lo studio, pubblicato nel numero di febbraio del Journal of Neuroscience, suggerisce che questa scoperta potrebbe aiutare a sviluppare terapie alternative per l'AD.


Si ritiene che una rottura della comunicazione tra i neuroni del cervello contribuisca alla perdita di memoria e al declino cognitivo nelle persone con Alzheimer. Il sospettato probabile è il NGF (Nerve Growth Factor), una molecola responsabile della generazione di segnali che consentono di mantenere i neuroni colinergici (un sottoinsieme delle cellule cerebrali che sono particolarmente sensibili all'AD) sani per tutta la vita di una persona. Stranamente, gli scienziati non erano mai stati in grado di trovare alcunché di sbagliato in questa molecola per spiegare la degenerazione dei neuroni colinergici nei pazienti con AD.

Questo studio nuovo, tuttavia, ha chiarito il processo mediante il quale l'NGF viene rilasciato nel cervello, matura in una forma attiva ed infine degrada. I ricercatori sono stati in grado anche di determinare in che modo questo processo viene alterato nell'AD. Il gruppo ha dimostrato che, trattando topi adulti sani con un farmaco che blocca la maturazione di NGF attivo, porta a perdita di unità colinergici funzionali di tipo AD, che si traducono in disturbi cognitivi. Al contrario, quando sono trattati con un farmaco che previene la degradazione del NGF attivo, aumenta significativamente il numero dei contatti colinergici.


"In parte, la difficoltà nella comprensione di questo percorso dipende dai problemi tecnici connessi alla differenziazione delle forme attive e inattive dell'NGF", ha spiegato il dottor Simon Allard, autore principale dello studio e borsista post-dottorato alla McGill."Le manipolazioni che abbiamo proposto sono diverse dalle terapie esistenti, poiché mirano a proteggere i neuroni dalla degenerazione". Gli autori suggeriscono che questi risultati possono portare a trattamenti farmacologici che potrebbero ritardare la progressione dell'Alzheimer. "Questa scoperta dovrebbe aiutare a progettare terapie alternative", ha detto il Dott. Cuello, docente Charles E. Frosst / Merck.


Questo studio è stato finanziato dal Canadian Institutes of Health Research (CIHR) e da una sovvenzione di Alan Frosst e della famiglia Frosst.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della McGill University.

Riferimento: Simon Allard, Wanda C. Leon, Prateep Pakavathkumar, Martin A. Bruno, Alfredo Ribeiro-Da-Silva, and A. Claudio Cuello. Impact of the NGF Maturation and Degradation Pathway on the Cortical Cholinergic System Phenotype. Journal of Neuroscience, Feb 2012 DOI: 10.1523/%u200BJNEUROSCI.1144-11.2012.

Pubblicato
in
ScienceDaily l'8 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.


Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)