Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vuoi ricablare un neurone? Devi andare molto piano.

Vuoi ri-cablare un neurone? Devi andare molto piano.La connessione tra due neuroni tirata meccanicamente. A sinistra prima, e a destra dopo, la manipolazione. (Fonte McGill University)

Un gruppo di ricerca è riuscito, per la prima volta, a creare nuove connessioni funzionali tra i neuroni; a parte il fatto che queste diramazioni artificiali crescono oltre 60 volte più velocemente di quelle dei neuroni naturali, esse sono indistinguibili da quelle che crescono naturalmente nel nostro organismo.


Lo studio, guidato da ricercatori della McGill University e del Montreal Neurological Institute, è stato pubblicato la scorsa settimana sul Journal of Neuroscience.


"E' davvero molto emozionante, perché il sistema nervoso centrale non si rigenera", dice Montserrat Lopez, un borsista post-dottorato della McGill che ha trascorso quattro anni a sviluppare, mettere a punto e testare la nuova tecnica. "Quello che abbiamo scoperto dovrebbe permettere di sviluppare nuovi tipi di interventi chirurgici e terapie per le persone con danni o malattie nel sistema nervoso centrale".

 

Ricablare un neurone richiede alcune mosse molto accurate

Poiché la dimensione delle connessioni dei neuroni è all'incirca 1 centesimo di un capello umano, ci vogliono alcuni strumenti molto specializzati e una manipolazione molta attenta per creare connessioni neuronali sane, che trasmettono segnali elettrici proprio come quelle dei neuroni nati naturalmente.


I ricercatori hanno usato un microscopio a forza atomica per collegare una pallina di polistirolo (di pochi micrometri) alla porzione di braccio di un neurone che funge da trasmettitore, e poi allungarla, come tirare un elastico, per estenderla e connetterla con la parte del neurone che funge da ricevitore.


"Non avremmo mai fatto questa scoperta, se le persone che lavorano nel laboratorio non avessero capito che si dovevano evitare movimenti veloci e bruschi quando si spostano i neuroni appena prodotti", dice Peter Grutter, un professore di fisica della McGill e l'autore senior della ricerca. "Fino a quando non hanno trovato il modo giusto per portare i neuroni nel laboratorio, dal microscopio all'incubatore, dove le diramazioni dei neuroni appena create vengono lasciate crescere per 24 ore, non eravamo riusciti a indurlie a comportarsi nel modo che volevamo".

 

A volte può essere difficile lasciar andare

Una sfida ancora più grande dell'indurre i neuroni a collegarsi in modo corretto, si è dimostrato il distacco delle connessioni di nuova costituzione dallo strumento che era stato usato per crearle, senza che si rovinassero. Alla fine, i ricercatori hanno capito come recidere il legame e conservare comunque il neurone funzionale, rilasciando le palline.


Anche se è ora possibile creare nuove connessioni neuronali, c'è ancora molto lavoro da fare.


"I collegamenti neuronali che abbiamo creato erano lunghi poco meno di 1 millimetro, ma solo perché siamo stati limitati dalle dimensioni del piatto che abbiamo usato", dice Margaret Magdesian, neuroscienziato e primo autore della ricerca, che lavorava al Montreal Neurological Institute quando la ricerca è stata effettuata. "Questa tecnica ha il potenziale di creare connessioni neuronali lunghe diversi mm, ma è chiaro che servono ulteriori studi per capire se e come queste micro-connessioni manipolate differiscono da quelle naturali".

 

Ricercatori della McGill sono riusciti a creare artificialmente delle connessioni neuronali funzionali che crescono oltre 60 volte più velocemente di quelle naturali. Quello che si vede nel video qui sopra è la creazione di un circuito neuronale funzionale: una parte di una estensione neuronale collegata a una piccola biglia è leggermente allungata fino a connettersi a un'altra parte del neurone.

 


Fonte: Katherine Gombay in McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M. H. Magdesian, G. M. Lopez-Ayon, M. Mori, D. Boudreau, A. Goulet-Hanssens, R. Sanz, Y. Miyahara, C. J. Barrett, A. E. Fournier, Y. De Koninck, P. Grutter. Rapid Mechanically Controlled Rewiring of Neuronal Circuits. Journal of Neuroscience, 2016; 36 (3): 979 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.1667-15.2016

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)