Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Effetti della demenza dentro e fuori dal luogo di lavoro

Il 13 febbraio scorso la Kaiser Health News ha organizzato una conversazione dal vivo su Facebook sul modo di vivere bene con la demenza, che è "una delle condizioni croniche più difficili per gli individui e i loro caregiver", secondo il sito di notizie sulla salute.


Sebbene questa conversazione riguardasse più il caregiver e l'individuo come cittadini, non come dipendenti, ho comunque trovato alcune preziose intuizioni per i datori di lavoro. Se nessuno dei tuoi dipendenti ha questa condizione cronica, comunque potrebbe essere caregiver per qualcuno che ce l'ha.


Poiché l'invecchiamento della forza lavoro è oggi un argomento onnipresente sul luogo di lavoro (come lo è la gestione delle malattie croniche e la generazione-sandwich dei caregiver), è importante capire che condizioni come la demenza, nella maggior parte dei casi, insorgono dopo i 65 anni.


Qualche retroscena: le persone nella discussione su Facebook hanno fornito una vasta gamma di punti di vista. Mary L. Radnofsky è una ex professoressa che ha avuto la diagnosi di demenza 12 anni fa e ora è attivista per i diritti delle persone con demenza. Yvotte Latty è giornalista e professoressa attualmente impegnata nel caregiving per sua madre che ha la demenza. Nancy A. Hodgson, Helen Kales e Katie Maslow sono esperte di demenza dell'Università della Pennsylvania, dell'Università del Michigan e della Gerontological Society of America, rispettivamente. Quella combinazione di esperienza personale e competenza medica ha prodotto una conversazione affascinante.

Un punto sottolineato dai relatori è che il morbo di Alzheimer (MA), il tipo più comune di demenza, è molto più che una perdita di memoria. Significa anche allucinazioni, depressione, rabbia e abuso verbale, secondo la Latty. Non è come la cultura pop lo rappresenta spesso. Film e libri come "The Notebook" o "Still Alice" non danno un'immagine realistica della demenza. Non è una perdita di memoria calma, elegante, graduale. "Non c'è niente di silenzioso in questo. È impetuoso", ha detto la Latty.


La Radnofsky ha detto che quando una persona ha la demenza e agisce in un modo che la società considera strana, non è perché quella persona sta cercando di comportarsi male o essere difficile. Ad esempio, se le dici qualcosa e lei lancia qualcosa in risposta, "è perché sta cercando di comunicare", ha detto, aggiungendo che se hai passato un decennio con diagnosi errate o incomprensioni, a volte i tuoi livelli di frustrazione potrebbero essere alti. "Se lo tratti come comunicazione e non come comportamento, le cose andranno meglio in futuro", ha detto.


Infine, un altro punto che ho trovato utile è una discussione sulle sfide del caregiver, in particolare sull'isolamento. In un esempio, le relatrici hanno affermato che nel caso in cui un genitore con demenza abbia più figli, quello più vicino al genitore può finire per essere isolato anche dai fratelli. Cose come un programma di consulenza familiare sono modi per aiutare i fratelli a risolvere l'attrito tra loro.


La comunicazione può essere una sfida anche per il caregiver, non solo per il paziente. Una partecipante, che è sia caregiver che medico, ha parlato di quando i pazienti perdono la capacità di comunicare, ma perdono anche la capacità di difendersi da soli. Il caregiver diventa quindi il principale difensore di quel paziente, ma anche quello può essere difficile.


La donna ha scoperto che i medici non sembravano ascoltare le sue preoccupazioni fino a quando non hanno scoperto che anche lei era medico, e ciò che l'ha aiutata è stata sapere le cose giuste per ottenere una risposta da parte dei professionisti sanitari.


Deve esserci un modo per i caregiver di conoscere il linguaggio e la terminologia giuste da usare con il team di assistenza sanitaria del paziente.


Per i datori di lavoro: se il tuo dipendente è un caregiver, potrebbe avere a che fare con l'isolamento sociale, l'allontanamento dai familiari, le barriere comunicative, la confusione e non sapere quale terminologia usare con il medico del paziente, tra l'altro.


Se il tuo dipendente ha la demenza o sta iniziando a mostrare segni di demenza, ricorda alcune cose. Non è solo un disturbo della memoria e potrebbero esserci altri sintomi. Ciò che potresti percepire come un comportamento difficile potrebbe essere comunicazione. E molte di queste persone sono ancora in grado di svolgere molti aspetti del loro lavoro.


Spero che questo aiuti a chiarire alcuni equivoci sulla demenza. Io l'aiuto l'ho avuto. Dato che non sono esperta sull'argomento, invito gli imprenditori a cercare in rete informazioni e risorse aggiuntive sulle cose più pratiche che potrebbero fare se qualcuno nella loro organizzazione è colpito dalla demenza.

 

 


Fonte: Andie Burjek in Workforce (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.