Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Punteggio basso su un semplice test di memoria può essere collegato all'Alzheimer

Tra le persone senza problemi di memoria o di pensiero, ottenere un punteggio scadente su un semplice test di memoria può essere collegato ai biomarcatori nel cervello associati al morbo di Alzheimer (MA), come pure a segni molto precoci del deterioramento della memoria che precedono la demenza di diversi anni, secondo uno studio pubblicato online il 23 febbraio 2022 su Neurology®.


"Questi risultati suggeriscono che potremmo usare questo test per migliorare il rilevamento del declino cognitivo nelle fasi che precedono la diagnosi di MA"
, ha detto la prima autrice dello studio Ellen Grober PhD, dell'Albert Einstein College of Medicine di New York. "Questo potrebbe essere utile per determinare chi iscrivere a studi clinici sulla prevenzione del declino cognitivo. Potrebbe anche aiutare con un semplice test a restringere il numero di coloro che hanno già segni di MA nel cervello, piuttosto che con scansioni costose o invasive o con prelievi lombari".


Nel test, le persone vedono immagini di oggetti e ricevono indizi sulla loro categoria, come un'immagine di uva con l'indizio 'frutto'. Poi vengono invitate a ricordare gli oggetti, prima da soli, e poi con l'indizio della categoria per tutti gli oggetti che non ricordano.


Questo tipo di apprendimento controllato aiuta i problemi lievi di richiamo della memoria presenti in molti anziani sani, ma non hanno molto impatto sulla memoria delle persone con demenza, ha detto la Grober.


Lo studio ha coinvolto 4.484 persone senza problemi cognitivi e con età media di 71 anni. I partecipanti sono stati suddivisi in cinque gruppi (fase da 0 a 4) in base ai loro punteggi del test.

  • Le fasi da 0 a 2 riflettevano difficoltà crescenti a richiamare i ricordi o oggetti appresi e precedevano la demenza da 5 a 8 anni. In queste fasi, le persone hanno problemi crescenti a ricordare gli oggetti da soli, ma continuano a essere in grado di ricordarli quando ricevono un suggerimento.
  • Nelle fasi 3 e 4, le persone non riescono a ricordare tutti gli oggetti, neppure dopo aver avuto l'indizio. Queste fasi precedono la demenza da 1 a 3 anni.


I partecipanti allo studio hanno anche avuto scansioni cerebrali per cercare le placche di amiloide-beta (Aβ) nel cervello, che sono indicatori di MA, oltre a misurare il volume delle aree del cervello associate alla patologia di MA. La metà dei partecipanti non aveva problemi di memoria. La metà aveva problemi di richiamo, problemi per lo immagazzinaggio dei ricordi o entrambi.


I ricercatori hanno scoperto che le persone classificate nella 3a e 4a fase in base ai risultati dei test, avevano una probabilità maggiore di avere più Aβ nel cervello rispetto alle persone nelle fasi inferiori. Avevano anche maggiori probabilità di avere un volume inferiore nell'ippocampo e di altre aree del cervello associate alla patologia di MA.


Nella fase 0, il 30% delle persone aveva placche Aβ, rispetto al 31% della fase 1, il 35% della fase 2, il 40% della fase 3 e il 44% della fase 4. La Grober ha commentato:

"Questo sistema ci consente di distinguere tra la difficoltà che le persone hanno a richiamare i ricordi quando sono ancora in grado di crearli e memorizzarli nel cervello, che è presente nelle fasi molto precoci, prima che la demenza possa essere diagnosticata; e i problemi di creazione della memoria che si verificano più avanti in questa fase di pre-demenza, quando le persone non possono più memorizzare i ricordi nel loro cervello".


Una limitazione dello studio era che i partecipanti avevano un alto livello di istruzione, quindi i risultati potrebbero non essere applicabili alla popolazione generale.

 

 

 


Fonte: Albert Einstein College of Medicine via American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ellen Grober, Richard Lipton, Reisa Sperling, Kathryn Papp, Keith Johnson, Dorene Rentz, Amy Veroff, Paul Aisen, Ali Ezzati. Associations of Stages of Objective Memory Impairment (SOMI) with Amyloid PET and Structural MRI. Neurology, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.