Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anziani ansiosi e lunatici sono passibili di funzioni cognitive peggiori

Invecchiando, il nostro cervello accumula grovigli e placche appiccicose che possono interferire con la cognizione e la memoria. Ma alcuni anziani con questa neuropatologia hanno più resilienza (capacità di reazione, di recupero) cognitiva di altri, secondo un nuovo studio eseguito alla Northwestern Medicine.


Il motivo: la loro personalità.


I tratti della personalità sono stati associati alla resilienza cognitiva, che è la capacità di convivere meglio con la neuropatologia nel cervello che causa la demenza:

  • Gli individui con una maggiore tendenza all'auto-disciplina, all'organizzazione, alla diligenza, a conseguimenti e motivazioni migliori (una caratteristica nota come coscienziosità maggiore), si sono associati a una resilienza maggiore.

  • Gli individui con neuroticismo più alto (tendenza verso ansia, preoccupazione, sbalzi d'umore e impulsività) avevano una maggiore probabilità di avere funzioni cognitive peggiori del previsto, data la quantità di neuropatologia rilevata all'autopsia.


Eileen Graham, professoressa assistente di ricerca in scienze sociali mediche alla Northwestern University e prima autrice dello studio pubblicato dal 24 settembre nel Journal of Gerontology: Psychological Sciences, ha detto:

"Questi risultati forniscono la prova che è possibile per gli anziani convivere con la neuropatologia associata al morbo di Alzheimer e alle demenze correlate, pur mantenendo livelli relativamente sani di funzioni cognitive.

"Il nostro studio mostra che i tratti della personalità sono legati al modo in cui le persone sono in grado di mantenere la loro funzione cognitiva, nonostante lo sviluppo di una neuropatologia.

"Dal momento che è possibile cambiare la personalità, sia volutamente che attraverso interventi, è possibile che la personalità possa essere usata per identificare coloro che sono a rischio, e implementare interventi precoci per aiutare ad ottimizzare le funzioni per tutta la vecchiaia".


La personalità e gli altri fattori che promuovono la resilienza cognitiva possono essere particolarmente importanti nel contesto di stress (come la pandemia COVID-19 ) e questa è un'importante area di ricerca futura, ha osservato la Graham.


Si crede che questo sia uno dei primi studi a mostrare che i tratti della personalità di un individuo sono legati al modo in cui egli è in grado di supportare la sua funzione cognitiva man mano che invecchia. Questi risultati danno credito all'idea che la personalità può essere sfruttata per aiutare le persone a mantenere la loro funzione cognitiva, mentre possono altrimenti essere vulnerabili alla neurodegenerazione.


I dati sono stati raccolti dall'Alzheimer's Disease Research Center della Rush University. Gli individui hanno contribuito con questionari annuali psicosociali auto-riferiti e con dati clinici. Al momento dell'arruolamento allo studio hanno anche acconsentito a donare il loro cervello per l'autopsia post-mortem. I partecipanti allo studio hanno contribuito con anni di dati preziosi sul loro funzionamento psicologico e cognitivo mentre erano in vita, così come con i dati dell'autopsia dopo la loro morte.

 

 

 


Fonte: Northwestern University via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eileen Graham, Bryan James, Kathryn Jackson, Emily Willroth, Patricia Boyle, Robert Wilson, David Bennett, Daniel Mroczek. Associations Between Personality Traits and Cognitive Resilience in Older Adult. The Journals of Gerontology: Series B, 24 Sep 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.